Il caso più famoso è sicuramente il Prosek ma quello dei falsi è un mercato molto florido dove i rischi riguardano l’utilizzo delle stesse o simili denominazioni o simili per indicare prodotti molto diversi. Il Prosecco è il bersaglio preferito dai falsari del Made in Italy.
Lunedì durante il Vinitaly a “Casa Coldiretti” è stata allestita la cantina degli orrori dove emergono i casi eclatanti intercettati nel mondo dai ‘detective’ del tricolore: dal Kressecco tedesco al Consecco fino al Merrsecco la fantasia si scatena.
“È una criticità che sicuramente abbiamo – spiega il direttore di Coldiretti Veneto Marina Montedoro – ci troviamo al Vinitaly patria dei vini di qualità ed è fondamentale tutelare i veri produttori che ci mettono passione e fatica nel lavoro che si scontrano con le tendenze del mercato come l’italian sounding e la copia di prodotti principe del made in Italy“.
Nel circolo vizioso rientrano anche il Bordolino argentino nella versione bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore al Kressecco tedesco, il Barbera bianco prodotto in Romania e il Chianti fatto in California, il Marsala sudamericano e quello statunitense tra le contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e liquori più prestigiosi che complessivamente provocano perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali alle produzioni Made in Italy.
Il plauso per la realizzazione della “cantina degli orrori” arriva anche dall’assessore all’agricoltura Federico Caner. “Bene ha fatto coldiretti grazie a loro si da evidenza delle mistificazioni che vengono gatte nei prodotti italiani” aggiunge l’assessore.
Dalle etichette allarmistiche ai wine kit, dai falsi al taglio dei fondi per la promozione, il vino italiano è sotto attacco con ripetuti blitz a livello comunitario che penalizzano il settore come il via libera concesso all’Irlanda di adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze “terroristiche”.
“La decisione dell’Irlanda ci sta creando molti problemi – aggiunge Caner – non è vero che nuoce alla salute in quanto è parte fondamentale della dieta mediterranea”.
Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini secondo la Coldiretti non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate.
Ma il vino Made in Italy – spiega Coldiretti – deve affrontare anche altri attacchi. Un esempio è la scelta della Ue di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol anche nei vini a denominazione di origine. In questo modo viene permesso ancora di chiamare vino un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino.
L’ultima frontiera dell’inganno – conclude la Coldiretti – è nella commercializzazione molto diffusa, dal Canada agli Stati Uniti fino ad alcuni Paesi dell’Unione Europea, di kit fai da te che promettono il miracolo di ottenere in casa il meglio della produzione enologica Made in Italy, dai vini ai formaggi.
“La Regione e il governo sono al fianco di Coldiretti in questa battaglia” conclude Caner e a dimostrazione di questo è stata la presenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di quasi tutti i ministri durante questa edizione del Vinitaly.
(Foto: Coldiretti – Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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