Dispositivi anti abbandono per auto, quali regole? In vigore dal 2018 la legge “Salva bebè”

La piccola Agnese, dimenticata dal papà in auto per diverse ore, è la seconda vittima dall’entrata in vigore, il 1° ottobre 2018, della legge “salva bebè”, quella che è stata ribattezzata poi “decreto seggiolino”.

Il papà doveva portare la piccola al centro estivo dell’asilo nido, e invece è andato direttamente a lavorare, dimenticandola in auto. Ad accorgersene, e a chiamarlo immediatamente, sono stati alcuni suoi colleghi attorno all’ora di pranzo. A nulla, purtroppo, sono serviti i disperati tentativi da parte dei sanitari di salvare la vita alla bimba.

Se ieri la temperatura esterna ha raggiunto – nelle ore più calde – i 35 gradi, è probabile che all’interno dell’auto, con i finestrini chiusi, le temperature abbiano raggiunto anche i 50: insostenibili per un adulto, figurarsi per una neonata o poco più.

Quella di Marcon non è, purtroppo, la prima neonata morta perché dimenticata in auto, e proprio per evitare queste tragedie era stato introdotto l’obbligo dei sistemi antiabbandono quando si trasportano i bambini fino ai 4 anni di età.

Chi non si adegua alla normativa rischia una sanzione amministrativa da 83 a 333 euro, oltre alla decurtazione di 5 punti dalla patente di guida.

Il dispositivo antiabbandono è un sensore in grado di segnalare tempestivamente al genitore l’abbandono dei bambini in auto. Nel mercato sono disponibili tre tipologie di dispositivi: i seggiolini e le auto con questa tecnologia integrata o dei sensori di pressione da inserire nel seggiolino già acquistato.

Due anche i modi di “comunicare” che ha il dispositivo con il genitore: il primo consiste, grazie alla connettività bluetooth, nell’invio di un messaggio al cellulare, nel secondo caso emanando un allarme sonoro. In molti casi possono essere anche inseriti dei contatti d’emergenza.

Per quanto riguarda la tragedia di Marcon, i Carabinieri del Comando provinciale di Venezia indagheranno anche sulla presenza o meno di questo importante dispositivo e, nel caso in cui fosse stato installato, perché non abbia funzionato.

Alla luce di quanto avvenuto ieri, l’Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia stradale) ha rilanciato la campagna perenne “Non dimenticarmi” per salvare i piccoli in auto.

“Le tragedie familiari – afferma l’associazione – sono immense, il dolore della perdita di un figlio si trasforma spesso in profonde crisi psicologiche di una famiglia che continua a vivere nel rimorso e spesso se ne esce solamente creando associazioni che iniziano a sensibilizzare sul delicato tema della salute dei nostri bimbi”.

(Foto: archivio Qdpnews.it)
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