Domenica 27 marzo alle 2 di notte le lancette dell’orologio verranno spostate in avanti di 60 minuti: il nuovo orario rimarrà in vigore fino al 30 ottobre. Lo scopo dell’ora legale è quello di sfruttare le ore di luce, solitamente non utilizzate a causa delle abitudini di orario, consentendo un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica.
Facendo un salto indietro, nell’antichità, la giornata tipica dei lavoratori non aveva degli orari fissi come oggi, ma seguiva il ciclo solare: si alzavano all’alba seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera o ritardo in autunno.
Nel 1784, con l’avvento dell’industrializzazione e quindi ponendo degli orari fissi, iniziarono i problemi economici. Infatti a Benjamin Franklin venne un’idea, per risparmiare sulla spesa in candele: obbligare la popolazione, esercitando varie forme di pressione, ad alzarsi ad orari più mattinieri.
Nel 1895, George Vernon Hudson presentò un documento alla Società Filosofica di Wellington, proponendo di spostare in avanti degli orologi di due ore. L’idea venne ripresa pochi anni dopo dal costruttore britannico William Willett e, dato lo stato economico post prima Guerra mondiale, venne accolta. Nel 1916, la Camera dei Comuni diede il via libera al British Summer Time (spostamento delle lancette in avanti di due ore in estate) e l’idea venne seguita dagli altri Stati.
Come riportato dall’Ansa, dal 2004 al 2021, secondo l’analisi della società Terna, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,5 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.
Non mancano, però, gli effetti collaterali: nei giorni immediatamente successivi al cambio dell’ora, alcune persone lamentano disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia portando così conseguenze negative sulla salute psicofisica. Vari cardiologi americani affermano che c’è un incremento del 25% di probabilità di avere un infarto cardiaco. Cala, invece, del 21% il giorno in cui l’ora di sonno persa viene recuperata. Secondo alcune fonti, inoltre, sarebbe presente un aumento di incidenti ed infortuni sul lavoro nel giorno successivo all’entrata in vigore dell’ora legale.
(Fonte: Wikipedia e Ansa. Foto: Freestock).
#Qdpnews.it