Come ripensare il traffico aereo in un momento di transizione ecologica dove la riduzione delle emissioni di CO2 è in cima alla lista delle priorità? Sulla questione si interroga da tempo Enrico Marchi, presidente del Gruppo SAVE, società che ha in gestione gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona e Brescia.
Il piano di sviluppo del “Marco Polo” 2023-2037, presentato nei giorni scorsi in sede regionale da Marchi e dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, riflette la visione del numero uno di Save sul futuro del traffico aereo che dovrà coniugare flussi di passeggeri in aumento con la necessità di ridurre l’impatto sull’ambiente.
La sfida comporterà un investimento da 2 miliardi di euro che raddoppierà la superficie dello scalo veneziano dove, entro il 2037, si prevede un flusso di 20,8 milioni di passeggeri. Dal “Marco Polo” decolleranno infatti circa 50 velivoli all’ora, poco meno di un aereo al minuto.
Nel frattempo i flussi turistici stanno già tornando ai livelli pre-Covid e la stagione estiva (formalmente già cominciata sul calendario aeroportuale), stando alle previsioni di Enrico Marchi, promette bene.
“L’estate per noi è già iniziata – commenta il presidente del Gruppo Save – stiamo andando bene, direi oltre le nostre previsioni e quasi sui livelli del 2019. Il Covid ha prodotto nelle persone una grande voglia di viaggiare, e oggi farlo in aereo è un’esperienza per tutti, accessibile a prezzi contenuti. Siamo dunque in generale molto soddisfatti e ottimisti in vista dei prossimi mesi”.
Dal 2026 l’aeroporto Marco Polo sarà collegato direttamente alla linea ferroviaria
Nel masterplan presentato nei giorni scorsi a Palazzo Balbi l’intermodalità fra traffico aereo-ferroviario e navale emerge come uno dei punti chiave nella strategia a lungo termine di Save. In particolare in merito al collegamento ferroviario da e verso il Marco Polo c’è una novità importante: il prossimo avvio dei lavori di realizzazione della bretella (nuovo tratto di 8 km) che connetterà lo scalo con la linea Venezia – Trieste. L’opera, come sottolineato anche dal presidente Zaia, è strategica in vista delle Olimpiadi.
“La bretella è un’opera fondamentale – sottolinea Marchi – e finalmente possiamo dire che ce l’abbiamo fatta, nonostante le grandi difficoltà. In questi giorni stanno effettuando i primi carotaggi in preparazione del cantiere che verrà avviato nei prossimi mesi. Entro il 2026 si potrà dunque viaggiare da e verso l’aeroporto con treni regionali e ad alta velocità. L’intermodalità ci consentirà di diminuire l’inquinamento e allo stesso tempo di migliorare la qualità del trasporto aereo.
Il futuro del “Marco Polo”: strutture a impatto zero, droni e velivoli a idrogeno (prodotto a Marghera) entro il 2034
Dei 2 miliardi di investimento previsti dal masterplan presentato da Marchi in Regione, una grossa fetta (circa 380 milioni di euro) saranno destinanti a iniziative per rendere più sostenibile lo scalo veneziano alimentato da fonti energetiche rinnovabili quali geotermia, fotovoltaico (i primi pannelli al “Marco Polo” furono installati 15 anni fa) e agrifotovoltaico. Fra le incognite rimane il tipo di combustibile che dovrà alimentare gli aerei nell’ottica di ridurre le emissioni di anidride carbonica.
“Si stanno studiando nuovi carburanti, in primis l’idrogeno – spiega il presidente di Save – . Abbiamo creato un gruppo di lavoro con Snam e Airbus per studiare la possibilità di produrre l’idrogeno a Marghera e portarlo in aeroporto per servire, entro il 2034, i primi aerei a idrogeno verde. Sono studi complessi, ma l’impegno del settore del trasporto aereo per renderlo ancora più sostenibile è forte, lo dimostra il nostro obiettivo di rendere l’aeroporto a zero emissioni entro il 2030”.
Sempre nell’ottica di un “Marco Polo” più green si inserisce la novità di un vertiporto, uno spazio per il decollo e l’atterraggio di droni destinati al trasporto di merci e passeggeri che collegherà l’aeroporto alle principali aree logistiche e di attrazione turistica del territorio lagunare.
“Siamo fra i primi in Italia a perseguire l’obiettivo di creare una rete di vertiporti che attraverso i droni consentirà di raggiungere i luoghi più attrattivi della laguna. Questi velivoli elettrici, e dunque sostenibili, hanno ancora un raggio di azione limitato, ma c’è margine per lavorare su questo aspetto”.
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