Elia ha due papà. La storia di Luca e Franco: “Un bambino, per crescere, ha bisogno di amore”

Da sinistra a destra Luca, Elia Alexander e Franco

L’amore per un figlio può abbattere qualsiasi barriera. Lo sanno bene Luca e Franco, una coppia di Schio che qualche anno fa ha allargato la propria famiglia con l’arrivo di Elia Alexander.

Con la loro storia non vogliono insegnare niente a nessuno, ma solo testimoniare in prima persona che l’amore per un figlio è più forte di ogni pregiudizio.

Quella che hanno costruito nel tempo non è una famiglia tradizionale, anche se nel loro cuore questo tipo di classificazione non ha ragione di esistere.

Luca, infermiere di professione, ha incontrato Franco, operaio metalmeccanico impiegato nel controllo qualità, all’inizio del 2019.

Nell’estate dello stesso anno, hanno deciso di mettersi insieme e si sono sposati nel mese di giugno del 2023.

Molto tempo prima di conoscere suo marito, Luca aveva iniziato negli Usa il percorso per diventare padre.

“Dopo un po’ di tempo dalla nostra frequentazione – racconta Franco -, Luca mi ha detto che sarebbe diventato padre. Io ho voluto condividere con lui questo percorso, che aveva richiesto anni di preparativi, anche se avevo un po’ di timore perché per me era tutto nuovo”.

La maternità surrogata non è ammessa in tutti i Paesi del mondo e nel loro caso la donna “portatrice” era statunitense (il 98% delle gpa, gestazioni per altri, è scelta da coppie eterosessuali).

“Molte persone – racconta Luca – vanno in Canada o negli Stati Uniti perché le leggi che disciplinano questo settore sono chiare, la donna è tutelata e anche gli stranieri possono iniziare questo percorso. Negli Usa tutto è regolato dalla legge: quando nasce il bambino, finiscono i legami giuridici tra quest’ultimo e la donna portatrice. Sul certificato di nascita viene scritto solo il nome del genitore intenzionale, nel mio caso io che sono il genitore genetico”.

“Prima di iniziare questo percorso – continua -, avevo richiesto il passaporto americano e mio figlio, visto che negli Usa vale lo ius soli, è cittadino americano. Quando sono tornato in Italia, lui è entrato nel nostro Paese come cittadino americano. Per la legge italiana, però, ogni figlio di un cittadino italiano ha diritto alla cittadinanza italiana. In seguito, ho fatto la traduzione giurata del certificato di nascita di Elia Alexander per l’iscrizione nel mio Comune di residenza”.

Luca ha voluto ricordare il delicato periodo in cui si è recato negli Stati Uniti per seguire il parto di Elia Alexander.

“Quando sono andato in America c’era il Covid – prosegue -. Sono stato uno dei primi membri delle Famiglie Arcobaleno italiane a partire per gli Usa quando il presidente Donald Trump aveva chiuso le frontiere, cambiando ben 7 aerei. Sono riuscito a farlo perché, per la legge americana, il tutore di un cittadino americano minorenne era autorizzato ad entrare nello Stato. Ho assistito al parto di mio figlio e ho tagliato il cordone ombelicale. Ne è valsa la pena, rifarei tutto anche domani”.

Al suo ritorno in Italia da Los Angeles, Luca e suo figlio hanno fatto 15 giorni di quarantena insieme a Franco, che era venuto a prenderli all’aeroporto di Venezia, e poi hanno potuto abbracciare zia Annalisa, i nonni, gli amici e le amiche della coppia di Schio.

Luca è rimasto in contatto con la donna che ha dato alla luce suo figlio, con la quale ha sempre avuto un bel rapporto.

Quando Luca e Franco hanno iniziato ad uscire di casa con Elia Alexander, che a giugno 2024 compirà 4 anni, non sono mancate le preoccupazioni, ma alla fine questa famiglia è sempre stata accolta con affetto in tutti i contesti nei quali si è presentata.

“A tutte le persone che hanno paura ad iniziare un percorso come il nostro – afferma Luca -, dico solamente che se ce l’ho fatta io possono riuscirci tutti. Se sei motivato dal desiderio di diventare padre, infatti, nulla ti può fermare. L’amore che io e Franco abbiamo ricevuto, mi ha confermato che la nostra scelta è stata giusta. Poi la società spesso è più avanti di alcuni politici che strumentalizzano queste vicende per i propri interessi personali”.

“Abbiamo avuto il coraggio di essere noi stessi – aggiunge Franco – e di non farci sopprimere la felicità. Nel mio caso avevo due scelte: vivere la mia vita o quella che la società voleva per me. Sono felice di aver fatto le mie scelte e di vivere come ho sempre sognato. Ovviamente all’inizio c’è stata un po’ di paura, ma tutto è stato ridimensionato e devo dire che stiamo bene”.

“Fino ad ora tutto è andato alla grande – continua -. Abbiamo sempre avuto reazioni positive da parte della gente e questo ci rincuora. A qualcuno ovviamente non piace la nostra scelta di vita, ma molte persone ci hanno sostenuto fin dall’inizio. Quando sono tornato a lavorare dopo l’arrivo di nostro figlio, i miei colleghi mi hanno fatto trovare uno striscione con la scritta: ‘Benvenuto Elia‘. Un ricordo bellissimo che mi ha scaldato il cuore”.

“Un bambino per crescere ha bisogno di amore – sottolinea Luca -. L’amore non ha sesso e non si limita ai genitali. Se una determinata figura non c’è mai stata nella famiglia (parlo di una mamma o di un papà), al bambino non manca. I figli che nascono nelle famiglie omoaffettive arrivano sempre per precise scelte, per un forte desiderio dei genitori. In altre famiglie, purtroppo, a volte succede che nascano per caso e gli effetti li vediamo ogni giorno”.

“Nostro figlio – continua Franco – è un bambino solare, vivace e amorevole. Ama le macchinine, i dinosauri e le costruzioni. Ci piace portarlo in viaggio con noi e l’anno scorso siamo andati a Bali. Grazie alla stepchild adoption, anch’io sono stato riconosciuto giuridicamente come genitore. Questo ulteriore passo è stato molto importante per me”.

“Rispetto alla Festa del Papà – conclude Luca -, propongo invece una giornata per celebrare le famiglie e i genitori senza alcuna distinzione. Mi piacerebbe che fosse istituita una ‘Festa delle Famiglie‘ a 360 gradi. Non voglio riferirmi solo alle famiglie formate da due mamme o da due papà, ma anche alle mamme o ai papà single. Non è giusto che queste realtà siano penalizzate”.

(Foto: per concessione di Luca e Franco).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati