Emergenza Covid in Veneto. Zaia in Commissione: “Se pensate ci sia qualcosa di illegale andate in procura”

Mi spiace che in questa disavventura, in questo incubo, fin dal primo giorno siamo stati criticati per tutto quello che abbiamo fatto”: non ha usato giri di parole il presidente Luca Zaia nel suo intervento di oggi in Quinta Commissione Sanità per relazionare sull’emergenza Covid in Veneto.

Il governatore ha concluso il suo discorso dicendo che non accetterà mai che qualcuno accosti l’incuria e la mancanza di rispetto delle persone alle mortalità per Covid in Veneto, invitando i colleghi dell’opposizione e tutte le persone che la pensano diversamente ad “avere le palle” e andare eventualmente in procura per la denuncia.

Dopo tutti gli attacchi subiti in questi mesi, Zaia ha detto di non essere dispiaciuto per se stesso ma per tutti i medici veneti impegnati in questa sfida contro un nemico invisibile.

“Non c’erano le istruzioni per l’uso, abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo – ha affermato il presidente del Veneto – Noi ci mettiamo la faccia tutti i giorni, prendiamo decisioni. Mai avrei pensato da amministratore di trovarmi davanti a questa tragedia. Se pensate che ci sia qualcosa di illegale andate in procura a fare la denuncia: noi non abbiamo nulla da nascondere e non ci sentiamo nella condizione di essere trattati come lazzaroni o poco di buono”.

Zaia ha quindi invitato i consiglieri regionali ad ascoltare le dichiarazioni dei tecnici, dicendo di sperare di poter uscire il prima possibile da questa situazione.

La mia visione – ha aggiunto il governatore – è che se riusciamo a mettere in sicurezza con i vaccini gli ultrasessantenni risolviamo il problema al 90%”.

Durante l’audizione in Quinta commissione Sanità, il presidente ha ricordato che è stata la dottoressa Francesca Russo, direttore della Direzione Prevenzione e Sanità pubblica della Regione Veneto, a scrivere il piano pandemico della Regione Veneto, presentato il 31 gennaio 2020. E ha ripercorso il lungo iter.

Zaia ha ricordato di aver deciso, contro il parere del tavolo che si era riunito, di fare i tamponi a tutti i cittadini di Vo’ Euganeo e poi si è stabilito di chiudere tutto l’ospedale di Schiavonia.

Poi si sono chiuse le fiere, i teatri e, vedendo quello che stava succedendo in Italia, la Regione ha deciso di sospendere anche il Carnevale, ricevendo diversi attacchi da chi ha sostenuto che l’ente stesse “spettacolarizzando la pandemia”.

In seguito, il Veneto ha comprato la prima macchina per fare i tamponi, su suggerimento del professor Andrea Crisanti, e ha investito sul personale sanitario per rispondere adeguatamente alla pandemia (5.068 dipendenti assunti per il Covid).

Il governatore ha sottolineato che il Veneto è stato il primo a parlare di test rapidi e a sostenere la possibilità di comprare i vaccini contro il Covid.

Nell’estate 2020 è arrivata la seconda ondata, che non ha riempito gli ospedali veneti, dove ci sono molti asintomatici (il caso emblematico è stato quello dell’ex Caserma Serena con 353 ospiti positivi).

Zaia non ha nascosto le difficoltà vissute in quella fase della pandemia, ricordando che anche ora il Veneto è l’ottava Regione d’Italia per mortalità dovuta al Covid.

Il Veneto ha continuato a fare tamponi rapidi, che poi sono stati autorizzati e consegnati gratuitamente alle Regioni.

Poi è stato deciso di non aprire le scuole a gennaio 2021 per evitare che il virus si diffondesse ancora, e la terza ondata non è stata così pesante: la Regione, infatti, ha avuto la possibilità di prestare dei respiratori alle Marche e l’Emilia-Romagna ha chiesto ospitalità alle terapie intensive del Veneto.

Rispetto alla campagna vaccinale contro il Covid, alla fine il Veneto è la prima Regione d’Italia se si fa il calcolo sui 100 mila abitanti e le autorità sanitarie venete pensano di poter vaccinare anche i cinquantenni prima dell’estate.

Zaia ha quindi evidenziato che i vaccini stanno funzionando e lo dimostra il fatto che sono crollati i positivi tra gli ultraottantenni. La preoccupazione ora è legata alla fornitura di vaccini, anche perché il vaccino AstraZeneca si può usare solo con gli ultrasessantenni.

Il Veneto, inoltre, è primo in Italia anche per l’utilizzo degli anticorpi monoclonali: su 400 somministrazioni non c’è stato nessun decesso.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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