Erbari – curarsi e nutrirsi con le erbe nei secoli: carlina

FAMIGLIA| Asteraceae

NOME POPOLARE| pan dell’alpin, cardo

ETIMILOGIA| in passato si riteneva che il termine Carlina fosse attribuito da
Linneo alla memoria di Carlo Magno, oppure che fosse dedicata all’imperatore Carlo
V. Sembrano tuttavia supposizioni errate, in quanto Carlina sarebbe semplicemente la
deformazione del vocabolo latino di Cardunculus, diminutivo di carduus, cardo e
quindi significherebbe “piccolo cardo”; acaulis, invece, vuol dire senza caule.

PARTI USATE| il ricettacolo floreale.

TEMPO DI RACCOLTA| estate.

HABITAT| pianta erbacea, bienne, comune nei pascoli della zona montana del
Grappa.

DESCRIZIONE| il caule è breve o nullo, con foglie che formano sul terreno una
grande rosetta. Le foglie sono grandi, rigide, pennatopartite a margine inciso dentato.
I fiori (luglio-agosto) tutti ermafroditi, sono racchiusi in un grande capolino
porporino-biancastro da brattee raggiate e fogliacee.

UTILIZZAZIONE| i ricettacoli del capolino vengono consumati in insalata assieme
ad altre entità. Possono essere consumati dopo cottura e sono considerati più prelibati
dei ricettacoli dei carciofi.

PRINCIPI ATTIVI| i composti principali sono costituiti da un olio essenziale (1,5-
2%) di profumo gradevole, sesquiterpeni, una resina, un antibiotico naturale
denominato ossido di carlina nella radice, inulina e tracce di sali di potassio, calcio e
magnesio.

PROPRIETA’| il fondo carnoso del bocciolo fiorale gode di proprietà digestive,
colagoghe e depurative del fegato. Il decotto della pianta viene impiegato in medicina
popolare per le sue proprietà diuretiche, stomachiche, antireumatiche e come
antibiotico naturale.

NOTA| l’intera pianta veniva tradizionalmente impiegata nelle malghe del massiccio
del Grappa come un rudimentale igrometro perché rimane aperta con il bel tempo e
tende a chiudersi se il tempo volge al brutto. I malgari utilizzano indifferentemente
anche la specie Cirsium eriophorum (L.) Scop. Le varie specie di cardo, in genere, si possono impiegare come “caglio vegetale” allo scopo di cagliare il latte nella
produzione di formaggi con ottime proprietà aromatiche e digestive.

In montagna cresce la Cicerbita alpina: un’erba ricercata
La Cicerbita alpina (L.) Wallr. (Lactuca alpina (L.) A. Gray) è una pianta erbacea
perenne che appartiene alla stessa famiglia della Carlina e cresce principalmente in
ambienti vari comunque sempre superiori ai 1000 m. Il nome popolare è radic de
l’ors, radicio de mont, radec salvaregh. L’altezza della pianta adulta varia da 50 a
150 cm e le foglie presentano una caratteristica forma triangolare. L’infiorescenza è
composta da numerosi capolini raccolti, con fiori blu-violetto che fioriscono da
giugno ad agosto. Dal rizoma, senza stoloni, in primavera si schiudono i germogli che
danno origine a piccoli fusti ascendenti, tubulosi, con setole rivolte verso il basso
ricoperte di ghiandole purpuree. I giovani germogli vendono consumati crudi, cotti o
si conservano sott’olio. Quando si trovano in uno stadio più avanzato di sviluppo,
parzialmente inverditi, si consumano solo cotti, in quanto dopo la lessatura perdono il
sapore amaro.

I germogli sono una ricca fonte di composti costituiti da quattro derivati dell’acido
caffeico, diversi acidi fenolici, sesquiterpenlattoni, vitamina C, sali di calcio e
magnesio, ecc.

E’ stato dimostrato che i sesquiterpanlattoni conferiscono al prodotto un leggero
sapore amaro e svolgono un’attività repellente contro i parassiti, I derivati dell’acido
caffeico svolgono nell’uomo una importante attività antiossidante.

NOTA| la specie è diffusa sull’intero arco alpino, e i germogli, che ne costituiscono il
prodotto edule, sono soggetti a raccolta spontanea in alcune zone del Nord-Est
d’Italia. Nella regione Friuli Venezia-Giulia il prodotto viene coltivato, trasformato e
confezionato in barattoli di vetro e risulta iscritto tra i “Presidi Slow Food”, con la
denominazione di “Radic di mont”.

(Articolo a cura di: Ernesto Riva, Danilo Gasparini, Silvano Rodato, Carla Camana – Unifarco SPA – Accademia Internazionale di Storia della Farmacia – Antiga Edizioni).
(Foto: Wikipedia)
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