È un Ferragosto con tassi di occupazione alberghiera molto buoni quello che il Veneto vivrà dopodomani giovedì, con un trend ancora in crescita, spinto non solo da un meteo stabile, con il grande caldo di questi giorni, ma anche da una propensione sempre più accentuata alle prenotazioni last minute per chi decide di trascorrere un po’ di vacanza sotto data. Pesa, però, ancora l’inflazione.
La situazione
Di seguito i dati relativi alle singole destinazioni turistiche. Per quanto riguarda il focus specifico su Ferragosto, il mare è all’88,1%, la montagna al 72,6%, il lago all’82,4%, le città d’arte al 56,6%, le terme al 73,6%. Circa, invece, il mese di agosto, il mare è al 72%, la montagna al 63%, il lago al 79%, le città d’arte al 52%, le terme al 58%.
Il trend di quest’estate
Si registra, su agosto, un aumento del tasso di occupazione medio su tutte le destinazioni. Dati che vanno inquadrati nel sistema complessivo. Spiega Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto: “La montagna, soprattutto nel bellunese, sta registrando numeri positivi, con clienti in arrivo da diverse parti del mondo, forse anche grazie al fatto che si inizia a sentire già un effetto trascinamento delle Olimpiadi 2026. Le città d’arte soffrono un poco l’ondata di calore che ha portato temperature roventi da molti giorni, ma con una stabilizzazione tra luglio e questa prima metà di agosto e un generale ritorno alla normalità dopo la grande pressione della fase post Covid. I laghi, soprattutto quello di Garda, e le terme si confermano su cifre molto buone, dopo un maggio e un giugno soddisfacenti mentre il meteo era sfavorevole: proprio il brutto tempo in quelle settimane ha invece frenato la balneazione lungo tutta la costa, la quale è però adesso in grande recupero, spinta proprio dal sole stabile e il grande caldo. Un recupero che ci auguriamo possa consolidarsi sempre di più anche nel mese di settembre, specialmente nella prima decade quando le scuole sono ancora chiuse e non pochi vanno in ferie. Ormai, infatti, settembre dev’essere considerato un mese tipicamente estivo”.
Il peso dell’inflazione
A incidere sulle vacanze resta un costo della vita in crescita, con l’inflazione che sta erodendo la capacità di spesa, soprattutto del ceto medio. È ancora presto per un consuntivo in questo senso, ma complessivamente c’è una minore pressione della domanda rispetto all’anno scorso: sulle famiglie pesa ancora l’inflazione che riduce la capacità di spesa e la permanenza media in vacanza, a cui potrebbe corrispondere un leggero calo dei fatturati per le aziende, proprio perché le famiglie spendono di più per vivere nell’ordinario e meno per le proprie vacanze.
Il confronto con il 2023
I dati di Ferragosto sono leggermente inferiori a quelli dell’anno scorso, anche se c’è da considerare che in queste ore ormai subito precedenti al 15 agosto stanno arrivando prenotazioni dell’ultimo momento un po’ in tutte le destinazioni, per cui è prevedibile il recupero di qualche altro punto percentuale. L’anno scorso, di questi tempi, i tassi di occupazione erano del 90% per il mare, 80,2% per le terme, 89,6% per il lago, 70% per le città d’arte, 81,4% per la montagna. “Di certo – sottolinea il presidente Schiavon – quest’anno appare più marcata la propensione alla prenotazione sotto data, su cui possono incidere l’elemento meteo e l’elemento prezzo delle camere su cui, in particolare, si è fermata la tendenza al rialzo notata negli ultimi due anni, come effetto della stessa inflazione. Assistiamo a dinamiche in evoluzione per cui è opportuno attendere ancora qualche settimana prima di poter tracciare un bilancio più dettagliato. Soprattutto gli hotel di fascia medio alta, tra i 4 e i 5 stelle, stanno andando bene e per la seconda metà di agosto ci aspettiamo delle sorprese positive in termini di occupazione in alcune destinazioni specifiche, ad esempio a Jesolo”.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
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