Giornata internazionale del Migrante, l’Onu: “Creiamo sistemi sicuri e umani”. Don Mirko: “Una risorsa per le comunità”

200 migranti al giorno arrivano in Veneto

Oggi 18 dicembre in tutto il mondo si è celebrata la Giornata internazionale del Migrante, voluta a livello globale dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Nel suo messaggio per l’occasione, il Segretario Generale Onu Antonio Guterres ha ricordato che “celebriamo il contributo che milioni di migranti danno alle comunità, alle economie e ai Paesi di tutto il mondo”: “È anche un giorno per ricordare le sfide che i migranti possono affrontare – ha detto -: dai pregiudizi e le discriminazioni, alle violenze e agli abusi veri e propri, fino all’inimmaginabile crudeltà del traffico di esseri umani”.

“Queste sfide – ha osservato Guterres – sono aggravate dalla marea crescente della disinformazione e dei discorsi di odio che seminano divisioni e distorcono il prezioso contributo che i migranti danno ogni giorno. Come comunità globale, dobbiamo fare appello alla nostra comune umanità e lavorare per invertire queste tendenze dannose. Oggi e ogni giorno, difendiamo i diritti di tutti i migranti e lavoriamo per creare sistemi migratori sicuri, umani e inclusivi”.

Nel territorio diocesano di Vittorio Veneto l’Ufficio Migrantes diretto da don Mirko Dalla Torre è impegnato proprio su questi temi: “Penso sia molto bello – afferma don Dalla Torre – vedere che la politica internazionale con questa giornata concepisce il fenomeno migratorio non come problema ma come risorsa. La migrazione è sempre esistita, è insita nella natura dell’umanità: tutti siamo migranti da quanto usciamo dal grembo di nostra madre”.

“Proprio il migrante – prosegue don Mirko – è un autentico bene per la società. Il bisogno di conoscere le altre culture ci arricchisce. Invece, la questione diventa un problema quando non conosciamo o non vogliamo conoscere il fenomeno migratorio, perché interviene purtroppo la paura suscitata dalla diversità della cultura”.

In diocesi, l’Ufficio Migrantes ha uno sguardo di attenzione alle comunità cristiane presenti sul territorio: “La nostra terra – aggiunge il sacerdote – è stata segnata dall’emigrazione per il passato, e lo è ancora oggi per i veneti e soprattutto per i giovani. Rispetto ad un tempo, quando si partiva senza conoscere il proprio destino, la migrazione è mirata e le destinazioni sono note, per lo sviluppo dei mezzi di comunicazione sociale”.

“Seguiamo in particolare le comunità ucraina, filippina, brasiliana, albanese e ghanese, che hanno dei cappellani etnici molto integrati nel settore pastorale – conclude don Mirko – Il nostro vescovo Corrado è sollecito e presente attraverso visite e contatti con tutte loro, e in questo tempo soprattutto a quella ucraina, segnata dalla guerra: tanti di loro vivono qui in uno stato di angoscia e paura avendo i familiari e gli affetti più cari al fronte e in situazioni di pericolo”.

(Autrice: Beatrice Zabotti)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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