Sono passati quasi 10 anni dall’ultima volta che ho visto Alice ed il tempo non è passato infruttuoso. La mia ospite è un’antropologa affermata (studia le diverse culture umane) e mi viene a trovare con una sorpresa, o meglio due. Attraversa la soglia con due trasportini e in un attimo si scatena la tempesta perfetta.
Il mio cane ora è un terrier, per chi non li conosce, sono una famigliola di cani piuttosto nervosi che includono “razze killer” le cui prede variano dalla dimensione di una pantegana a quella di una lontra (almeno così sono stati manipolati negli ultimi due secoli).
Ma torniamo a noi. Alice, padre inglese e madre italiana, è una giovane antropologa che, noncurante degli odori di casa, apre i trasportini dai quali faticano ad uscire due splendidi gatti.
Con una manovra repentina che mi costa tre giorni di sciatica vertiginosa chiudo il terrier in bagno e osservo le due creature che, con il disprezzo tipico felino contro l’inutile abbaio del rappresentante canino di casa, con andatura serafica raggiungono posatoi improvvisati come l’appendiabiti e l’ultima fila di una libreria che prevede libri riposti orizzontalmente.
Guardo Alice che guarda i gatti (la citazione è involontaria) mentre parla con loro ci metto qualche secondo a decifrare il nome dei gatti della mia giovane amica. Alice capisce bene l’italiano, ma lo parla con un accento inglese degno di una parodia teatrale; “bravi Gregorio e Nono, state lì tranquilli per un paio d’ore che qui dobbiamo lavorare”.
Mi ci vogliono un paio di secondi per capire e la guardo perplessa. Come tutti sanno, è con una bolla di papa Gregorio IX diretta a Corrado di Marburgo che avviene il massacro contro i Luciferini, da qui la carneficina europea di donne e gatti; avete presente “streghe” bruciate vive con gatti neri infilzati attorno ai roghi? Ecco, si parla proprio di quello. Da quella bolla, il delirio.
L’equazione meno gatti uguale più ratti è scontata, così com’è scontata che quando il predatore manca, le prede aumentano e quando le prede sono ratti con pulci trasportatrici del batterio Yersinia pestis il gioco è fatto. Sarà un umorismo nero tipico degli antropologi e la mia perplessità si trasforma spontaneamente in un sorriso, ma sapendo le conseguenze deleterie per superstizioni che sopravvivono ancora oggi, è molto probabile che se avessi dei gatti, sceglierei nomi diversi.
(Foto: Pxhere).
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