I luoghi di Peggy Guggenheim, la mecenate che amava Venezia. Dai ritrovi con gli artisti a Rialto, alla casa-museo a Palazzo Venier Leoni


Difficile condensare in poche righe una vita tanto intensa come quella della mecenate newyorkese Peggy Guggenheim, personaggio emblematico del Novecento, che scelse proprio Venezia come sede della sua preziosa Collezione, oggi considerata uno dei musei d’arte europea e americana del XX secolo più importanti al mondo. 

Soffermarci sui luoghi amati e frequentati da Peggy a Venezia, ci consente di tracciare il suo intimo legame con la città, a cui sono dedicate alcune delle più belle pagine dell’autobiografia “Una vita per l’arte”. “Amavo l’Europa più dell’America – si legge nel suo libro – e quando la guerra finì sentii che dovevo tornare per forza. In viaggio decisi che Venezia sarebbe stata la mia patria futura“. 

Peggy Guggenheim, nata a New York nel 1898 da una ricca famiglia di imprenditori minerari (da parte del padre) e banchieri (da parte della madre) si trasferì a Venezia nel 1947 alloggiando temporaneamente all’Hotel Savoia & Jolanda in Riva degli Schiavoni. 

In quel periodo frequentava abitualmente il ristorante All’Angelo, a due passi dal Ponte di Rialto, luogo di ritrovo degli artisti. Proprio lì avvenne l’incontro con Emilio Vedova e Giuseppe Santomaso che la conoscevano di fama. La mecenate americana era molto nota a livello internazionale per la sua galleria d’arte a New York, la famigerata Art of this Century sulla 57° strada, dove contribuì a far conoscere artisti allora sconosciuti come Jackson Pollock

Senza l’intuito di Peggy Guggenheim oggi non potremmo parlare di avanguardia newyorkese, quale primo movimento artistico americano di portata internazionale. 

Nel 1948 Peggy venne invitata ad esporre la propria Collezione alla Biennale di Venezia: fu un evento senza precedenti in città dove per la prima volta venne esposta una panoramica completa di opere appartenenti alle correnti Cubista, Astrattista, Surrealista e Dadaista. 

A rendere omaggio al padiglione della “Signora Guggenheim” vennero anche l’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi e l’illustre storico dell’arte Bernard Berenson che pur non avvezzo alle correnti moderne, rimase estasiato dalle tele di Pollock, riconoscendo che Peggy Guggenheim stava riscrivendo la storia dell’arte contemporanea. 

Sempre nel 1948 Peggy acquistò la sua casa, nonché attuale sede della Collezione. Palazzo Venier dei Leoni era un edificio incompiuto, affacciato sul Canal Grande, fra la Basilica di Santa Maria della Salute e l’Accademia. Le leggende su questo palazzo sono molte. Si dice che rimase incompiuto per volontà dei Corner, potente famiglia che abitava nel palazzo di fronte, che non gradiva l’idea che i loro vicini di casa costruissero una magione più alta e sfarzosa della loro. Anche i Venier erano una famiglia molto influente a Venezia, nota per aver dato i natali a ben tre Dogi. 

Peggy rimase fin da subito folgorata dalla bellezza del palazzo, circondato da uno dei giardini privati più grandi della città. Il nome “dei Leoni” fa riferimento ai grossi felini che, si narra, i Venier erano soliti tenere in giardino. Durante i primi anni del Novecento il palazzo appartenne alla marchesa Luisa Casati, altra donna influente nota per essere stata la musa di Gabriele D’Annunzio

“Inizialmente poche persone venivano a Palazzo Venier Leoni – si legge nella biografia “Peggy Guggenheim ad her friends” di Virginia M Dortch -. Ora vengono qui ancora prima di andare in piazza San Marco”. 

Molti appassionati d’arte possono tuttora confermare questo fatto. Migliaia di visitatori ogni anno fanno tappa al Museo Guggenheim, nel sestiere di Dorsoduro, per ammirare la prestigiosa collezione della padrona di casa messa assieme nel corso di una vita vocata all’arte. Nel 1939 Peggy Guggenheim promise a sé stessa di acquistare “un’opera al giorno”: e così fece. 

Peggy morì nel 1979, all’età di 81 anni. Le sue ceneri riposano in un angolo del giardino di Palazzo Venier dei Leoni, dove era solita seppellire i suoi adorati cani. Alla morte di Peggy, la Fondazione Solomon R. Guggenheim divenne proprietaria del palazzo e, da allora, ha ampliato la sua casa, trasformandola in uno dei più affascinanti musei d’arte moderna del mondo.

(Foto: per gentile concessione della Collezione Peggy Guggenheim).
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