I pesci d’acqua dolce nella tradizione della Marca trevigiana: il persico trota

Il persico trota (Micropterus salmoides)
Il persico trota (Micropterus salmoides)

Sulle sponde del Sile un pescatore lancia e recupera ripetutamente la propria esca, un gambero scarlatto fatto di silicone. L’attacco è improvviso e violento: la preda, un grosso persico trota, nel disperato tentativo di liberarsi si esibisce in una serie di salti fuori dall’acqua che regalano al pescatore emozioni indescrivibili. Un’autentica forza della natura che esige rispetto: il pesce, una volta slamato, viene infatti rimesso in libertà e dopo un istante di sconcerto, con un potente colpo di coda scompare nel verde cupo del fondale.

Il persico trota (Micropterus salmoides) è un predatore originario del Nord America, acclimatato nel nostro Paese da oltre un secolo. Silhouette slanciata, livrea bruno verdastra, addome chiaro con riflessi giallastri, è provvisto di un apparato boccale tanto importante da farsi affibbiare l’appellativo di boccalone.  Appartenente all’ordine dei Perciformi, il persico trota è parente del branzino (o spigola) e non è un caso che in alcune zone del Veneto gli venga attribuito proprio il nome di branzin. In inglese è detto largemouth black bass a differenza della spigola nota come sea bass. Il boccalone con la trota non ha niente a che fare e l’accostamento con questa specie pare derivi dalla volontà di renderlo più attraente per il consumatore italiano.

Presente nei principali bacini, canali e fiumi della Marca fra i quali i laghi di Revine, il fiume Piavon e il Sile, il persico trota predilige le acque ferme o lente e ama rifugiarsi fra la vegetazione palustre, le ramaglie sommerse, sotto le ninfee e fra i canneti. Carnivoro decisamente vorace si ciba di pesci, molluschi, crostacei, pulcini di uccelli acquatici, ratti e topi che inghiotte senza masticare.

Predato in età giovanile da aironi, cormorani, lucci, trote e bisce, una volta diventato adulto ha pochi rivali anche per la rilevante taglia che riesce a raggiungere: oltre mezzo metro di lunghezza per tre – quattro chili di peso.

Sebbene il persico trota sia più interessante sotto il profilo sportivo che quello gastronomico, le sue carni sono considerate ottime e si prestano alle medesime preparazioni della spigola: alla brace, in umido, al cartoccio oppure arrosto.

La diffusione del persico trota nelle acque del trevigiano è piuttosto recente, tanto che la specie non è affatto menzionata da studiosi di fine Ottocento quali il naturalista Alessandro Ninni. Le ragioni del crescente affermarsi del boccalone nel nostro territorio sono legate alle ripetute semine per fini sportivi e all’elevata adattabilità della specie.

Il persico trota può rappresentare una minaccia per l’ambiente visto che con la sua ingordigia ha alterato l’equilibrio di alcuni ecosistemi provocando la drastica rarefazione di salamandre, rane e tritoni. Dal canto suo il boccalone potrebbe essere la soluzione per arginare la diffusione di una specie estranea alle nostre acque e altrettanto invasiva, il gambero della Louisiana (Procambarus clarkii), ribattezzato “gambero killer” per la capacità di annientare il gambero di fiume nostrano. Per il persico trota, in grado di convivere pacificamente con il luccio, suonerebbe come una sorta di riabilitazione.

Se in Italia sul persico trota incombono luci e ombre, negli States questa specie resta uno dei simboli della pesca sportiva intesa come agognato momento di relax e di pacifica interazione con la natura: memorabili, in questo senso, le immagini del film “Lo sport preferito dall’uomo” (1964) nei quali Rock Hudson veste i panni di un impacciato pescatore alle prese con il leggendario largemouth black bass.

(Foto: Wikipedia).
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