È nato il 29 marzo del 1516 il ghetto di Venezia, il più antico del mondo. La sua formazione è stata voluta dal governo della Serenissima e non sono in molti a sapere questo luogo diede anche il nome alla parola “ghetto”.
“Geto” in veneziano significa fondere, e nella zona del sestiere di Canareggio (dove sorge) erano presenti molte fonderie. Con il passare degli anni la parola “geto” divenne pian piano ghetto.
Gli ebrei veneziani subirono diverse discriminazioni nel corso della storia fino ad arrivare a quelle più note e sicuramente più dolorose: la deportazione nei campi di concentramento avvenuti durante il periodo nazifascista. Durante un lungo periodo della Serenissima il ghetto era presidiato da guardiani che facevano la ronda lungo i canali assicurandosi che nessuno uscisse dai cancelli del ghetto al di fuori dell’orario prestabilito.
Durante la celebrazione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio scorso, Marcella Ansaldi, direttore del museo ebraico di Venezia e membro della comunità ebraica, in un’intervista a Qdpnews.it spiegò che bisogna fare una distinzione tra il ghetto e la Shoah in quanto “la storia del Ghetto è la storia cinquecentesca della reclusione degli ebrei in un’area di Venezia voluta dalla Serenissima e nello stesso luogo purtroppo con le leggi razziste del 1938 questo luogo è diventato un punto di estrema attenzione da parte dei fascisti”.
Nel ghetto sono presenti cinque sinagoghe e un museo che racconta la storia degli Ebrei veneziani: “La più vecchia Sinagoga di questo Ghetto è quella tedesca – spiega Marcella Ansaldi – che è stata edificata nel 1528″.
Una delle caratteristiche del ghetto ebraico di Venezia, ben visibile soprattutto nel campo del “Ghetto vecchio” è l’altezza degli edifici che superano di gran lunga l’altezza media delle case nelle altre zone veneziane. Questo si deve al fatto che nei secoli, con l’aumento costante della popolazione del ghetto, si rese necessario sviluppare gli edifici in altezza.
Oggi la zona è una delle più frequentate di Venezia e richiama ogni anno migliaia di turisti. Tra le vie del ghetto si possono trovare oggetti di antiquariato e cibo della tradizione ebraica.
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