Il Decreto Agricoltura è legge. De Carlo: “Questo è un governo al fianco degli agricoltori”

Il senatore Luca De Carlo

Il Parlamento lo scorso 12 luglio ha finalmente convertito in legge, con significative modificazioni ed integrazioni, anche per iniziativa di Cia Agricoltori Italiani, il Decreto-legge n. 63 del 15 maggio 2024 (c.d. “Decreto Agricoltura“), recante “Disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura”. 

“È stato un processo abbastanza laborioso – ha spiegato il senatore Luca De Carlo, uno dei fautori di tale conversione -. Il ministro ha ascoltato tutti e ha fatto un decreto a metà maggio; è arrivato in conversione al Senato ed io e il collega Bergese della Lega abbiamo fatto da relatori e l’abbiamo arricchito. Il decreto è entrato che aveva una dotazione finanziaria di circa 350 milioni di euro, siamo usciti con oltre mezzo miliardo di euro a dimostrazione del grande lavoro anche parlamentare e di un continuo impegno di questo governo, anche economico.

Questo è il governo che in 24 mesi ha più risorse destinate all’agricoltura, quasi 9 miliardi, mezzo miliardo solo nell’ultimo Decreto agricoltura. Pensiamo con questo di risolvere tutti i mali dell’agricoltura? No, però possiamo dire con assoluta certezza che finalmente gli agricoltori hanno un ministro e un governo al loro fianco”.

Le modifiche in tema di lavoro 

Per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa nel periodo compreso tra l’entrata in vigore della legge di conversione e il 31 dicembre 2024, il trattamento sostitutivo della retribuzione per le intemperie stagionali sarà riconosciuto agli operai agricoli a tempo indeterminato anche in caso di riduzione dell’attività lavorativa per la metà dell’orario giornaliero contrattualmente previsto. I periodi di trattamento in questione saranno equiparati a periodi lavorativi e non conteggiati ai fini del raggiungimento della durata massima di 90 giornate all’anno per i trattamenti sostitutivi.

Analoga previsione per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa nel periodo dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2024, ove richieste relativamente a interventi determinati da eventi oggettivamente non evitabili richiesti anche dalle imprese industriali e artigiane dell’edilizia e affini. A queste ultime non si applica il contributo addizionale alle imprese che presentano domanda di integrazione salariale previsto dalla normativa. I benefìci saranno riconosciuti nei limiti di un importo complessivo di 13 milioni di euro.

Il trattamento di CIGS previsto dalla normativa vigente per le aree di crisi industriale complessa è riconosciuto, per l’anno 2024, alle imprese operanti nelle aree di crisi industriale complessa individuate con due decreti del MIMIT del 17 aprile 2023 e dell’11 settembre 2023, corrispondenti alle aree di Melfi, Potenza e Rionero in Vulture. Inoltre, le stesse risorse possono essere destinate per il finanziamento del trattamento di mobilità in deroga per i lavoratori delle aree di crisi industriale complessa.

Ulteriormente rafforzati gli accertamenti sui percettori di ADI (Assegno di Inclusione), anche nell’ottica di prevenzione e contrasto al caporalato, allo sfruttamento lavorativo e al lavoro sommerso e irregolare attraverso l’implementazione dell’interoperabilità delle banche dati degli enti incaricati della vigilanza. Al riguardo è altresì prevista l’assunzione fino a 403 nuove risorse per l’INPS e fino a 111 per l’INAIL, con sblocco della relativa capacità di assunzione di INPS e INAIL per procedere all’integrazione del contingente ispettivo.

Istituito al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il Sistema informativo per la lotta al caporalato nell’agricoltura, quale strumento di condivisione delle informazioni tra le amministrazioni statali e le regioni, anche ai fini del contrasto del lavoro sommerso in generale. Il nuovo sistema è finalizzato a consentire lo sviluppo della strategia per il contrasto al fenomeno del caporalato, favorire l’evoluzione qualitativa del lavoro agricolo e incrementare le capacità di analisi, monitoraggio e vigilanza sui fenomeni di sfruttamento dei lavoratori nell’agricoltura.

Istituita dall’INPS la Banca dati degli appalti in agricoltura, al fine di rafforzare i controlli in materia di lavoro e legislazione sociale nel settore agricolo. Ad essa avranno accesso il personale ispettivo dell’INL, del Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro, della Guardia di finanza e dell’INAIL. Alla Banca saranno iscritte le imprese operanti nel settore delle attività di raccolta di prodotti agricoli e altre connesse, che intendano partecipare ad appalti nei quali l’impresa committente sia un’impresa agricola. Con Decreto di questo Dicastero, di concerto con MASAF, sentiti INPS, INL, INAIL e le organizzazioni sindacali dei datori del settore agricolo (firmatarie dei contratti collettivi comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle loro rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria) saranno definiti i requisiti per il rilascio da parte dell’INPS di un’attestazione di conformità all’impresa richiedente. Sono previste sanzioni pecuniarie e interdittive per la violazione di queste disposizioni.

La legge n. 101/2024 prevede che sia estesa alle aziende agricole operanti nelle zone agricole colpite dalle alluvioni nel maggio 2023 la riduzione del 68% dei premi e dei contributi previdenziali per i periodi compresi tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024 a carico dei datori di lavoro agricolo per il proprio personale dipendente, a tempo indeterminato o a tempo determinato, prevista dalla normativa vigente in favore delle imprese agricole che operano in zone agricole svantaggiate.

Il provvedimento ha inoltre reintrodotto l’istituto dell’elenco nominativo trimestrale di variazioni, che raccoglie i provvedimenti di variazione adottati dall’INPS rispetto alle giornate lavorative risultanti dall’elenco nominativo annuale, compilato in base alle dichiarazioni dei datori di lavoro.

“Tra gli interventi più importanti troviamo il sostegno al reddito. La Pac nasce per sostenere il reddito e garantire l’approvvigionamento a tutta l’Europa – prosegue Luca De Carlo -. Poi è cambiata, oggi non è più così e si fa più fatica a sostenere il reddito. Per quanto riguarda la biodiversità a zootecnica, in questo provvedimento ci sono 4 milioni per sopportare le razze zootecniche bovine locali, penso alla Burlina o alla Grigia alpina, a dimostrazione che chi fa conservazione della biodiversità anche in questo provvedimento verrà tutelato.

Altro punto fondamentale è il blocco del fotovoltaico a terra che costituisce veramente una forma di tutela, non solo del paesaggio ma anche degli agricoltori i quali non dovranno cedere i propri terreni per farci pannelli fotovoltaici ma possono continuare a fare reddito con i propri terreni – aggiunge De Carlo -. La definiamo una grande norma, richiesta da tutti i territori. All’interno troviamo anche la sospensione dei mutui per quelli che hanno subito una perdita di più del 20% rispetto all’anno precedente. C’è una quota parte di garanzia per gli interessi sui mutui che conta 20 milioni in tre anni.

È presente anche – prosegue – il rinnovo della possibilità di sperimentazione della Tea di cui sono, molto umilmente, il primo estensore: la possibilità di fare sperimentazione in campo delle tecniche di evoluzione assistita. C’era un termine a fine anno ma le nostre università hanno dimostrato tanta dinamicità e abbiamo quindi prolungato il termine, aspettando che l’Europa cominci a legiferare in maniera corretta per fare in modo che le imprese possano avere a disposizione nuove piante che meglio si adattano al cambiamento climatico e che abbiamo bisogno di meno fitofarmaci e meno concime.

Il caporalato purtroppo è una piaga che aggredisce ovunque. In Veneto ha meno evidenza, è meno strutturato rispetto ad altre parti ma è un fenomeno che va colpito alla radice – aggiunge il senatore -. Pochi delinquenti non devono inficiare il lavoro della stragrande maggioranza degli agricoltori che si spaccano la schiena e le mani per lavorare. Il governo deve lavorare a questo problema che si trascina da oltre vent’anni. Non è nato ieri e noi abbiamo deciso di intervenire già nel Decreto agricoltura con una cabina di regia che incroci finalmente i dati di tutti gli enti per capire veramente quali sono le aziende che fanno agricoltura e quelle che fanno intermediazione, magari un po’ spuria, di lavoro” ha concluso De Carlo.

(Autore: Monica Ghizzo)
(Foto e video a cura di Monica Ghizzo Qdpnews.it)
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