Viper, la “pantera nera” del famoso video che lanciò il programma “Rock Economy” di Adriano Celentano, non c’è più.
Viveva da anni al “Tiger Experience” di Campolongo Maggiore (Venezia), un parco nel quale è possibile avere un incontro ravvicinato con alcuni grandi felini: tigri, leoni, leopardi, puma e altri animali che arrivano “a fine carriera” dalle strutture circensi o da particolari situazioni di disagio, riproducendosi in cattività.
Viper aveva un “papà adottivo” che lo amava alla follia, Gianni Mattiolo, oltre al collaboratore Giacomo Ferrari e a tanti “amici” che si erano affezionati a questo “micione” che resterà nei cuori di tutte le persone che lo hanno conosciuto.
“Viper è stato il mio gioiello – racconta Mattiolo -. Arrivò a casa mia che aveva già due anni. Non è un cucciolo che ho cresciuto ma un animale con il quale il rapporto è partito già da una certa maturità. La fiducia che ha avuto nei miei confronti è legata al fatto che mi sono messo in un angolo ad osservarlo e lui mi ha ‘insegnato’ le regole per poter stare con questi animali straordinari. È stato la ‘pantera nera’ (in realtà un leopardo nero) di Celentano, di Gomorra, dell’Alberta Ferretti e della Breil. È stato forse la pantera più famosa d’Italia”.
“‘La pantera di Celentano’ – si legge in un ricordo condiviso nei social da un volontario del parco -, così ti chiamavano in tanti. E a ragion veduta, vista la tua magnifica presenza nella pubblicità del concerto di ormai parecchi anni fa. Ma per noi che ti abbiamo conosciuto e amato eri semplicemente Viper. Eri quel leopardo nero dallo sguardo magnetico e severo, che a volte associavo a quello del professor Aizawa di My Hero Academia (lo ammetto, a volte ti immaginavo pure con la sua stessa voce), eri quel leopardo nero che a volte era scorbutico e a volte tenerone e che si lasciava massaggiare il collo e le spalle”.
“Quel leopardo nero – continua – che, quando arrivava Gianni, il tuo unico grande amore, sfoderava tutta la sua tenerezza, cosa che lasciava tutti quanti, sia il pubblico che veniva in visita che noi volontari, ammaliati e innamorati di te. Grazie, Viper. Grazie per tutto quanto. Ruggisci da lassù, come ti piaceva tanto fare con noi. Un abbraccio fortissimo a Gianni e Giacomo e a tutti i miei amici volontari del Tiger. Addio, grande amico”.
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