Sotto l’albero il comparto del primario veneto ha trovato 147 imprese agricole professionali in meno. Secondo gli ultimi dati diramati dall’Osservatorio agricolo dell’Inps, erano 31.512 nel 2021, si sono ridotte a 31.365 l’anno scorso.
“Si tratta di aziende agricole strutturate, con dipendenti contrattualizzati, e non a conduzione familiare – sottolinea Cia Veneto – Motivo per cui questo trend risulta particolarmente significativo e preoccupante“. A maggior ragione se consideriamo che nel periodo pre Covid (2019) le aziende agricole venete erano 31.984 (in tre anni, quindi, 472 attività hanno chiuso i battenti).
L’altra faccia della medaglia è un incremento della produzione lorda agricola veneta: si attestava a 6,4 miliardi nel 2021, è stata di 7,7 miliardi nel 2022 (+18,4%). Aumentano pure i giovani in agricoltura: oggi, in Veneto, sono 2.509 le imprese agricole professionali condotte da under 40 (l’8% del totale), con un ritmo che mostra una crescita costante: +2% all’anno.
“E questo grazie alle misure del Primo insediamento in agricoltura riconducibili al Piano di sviluppo rurale – spiega il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini –. Nello specifico, prevedono dei contributi ad hoc senza i quali un giovane non avrebbe né la forza, né la capacità di aprire un’attività agricola. Le idee, da sole, non bastano”.
Nella nostra Regione funziona, dunque, il ricambio generazionale: “L’agroalimentare ha delle potenzialità enormi, pure in termini di innovazione tecnologica: le ragazze e i ragazzi si stanno dimostrando all’altezza, sono lungimiranti, hanno una visione”. Le aziende agricole che “resistono” lo fanno specializzandosi di continuo, come precisa lo stesso Passarini: “Non è più sufficiente possedere degli appezzamenti agricoli a seminativo, come accadeva una volta, per dirsi agricoltore. Serve, invece, una formazione continua. Solo chi riesce a reinventarsi rimane sul mercato ed è nelle condizioni di portare a casa dei margini”.
Che, in realtà, restano estremamente esigui. Appena il 10%, massimo il 15%, del valore del prezzo finale del prodotto che si trova sugli scaffali dei supermercati (ultimo report Cia Veneto). “Lungo la filiera – chiarisce il presidente di Cia Veneto – vi sono dei rincari difficili da intercettare”.
Il 2024 sarà l’anno delle grandi sfide, nel nome di una sostenibilità sia economica che ambientale. “Alla politica – conclude – continueremo a chiedere adeguati interventi per un’equa remunerazione dei prodotti. O le Istituzioni decidono di rimettere al centro il primario, o non potremo più fermare l’emorragia delle imprese agricole”.
(Foto: Qdpnews.it).
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