Continuano a crescere i numeri della produzione vitivinicola del Veneto. “Nel 2022 abbiamo avuto un’ottima produzione – afferma l’assessore all’agricoltura e al turismo della Regione Veneto, Federico Caner – e non parliamo solo di quantità ma, soprattutto, della qualità del vino prodotto”.
Il settore vitivinicolo veneto è dunque pronto ad affrontare il Vinitaly (che si terrà dal 2 al 5 aprile a Verona) con la possibilità di “fare la parte del leone“.
Gli ottimi dati del 2022 valgono (in un certo senso) doppio se si considerano i problemi legati al caro bollette, alla guerra tra Russia e Ucraina e alla siccità. Nonostante questo è soddisfatto l’assessore regionale, visto che il comparto vitivinicolo si è difeso molto bene e “il valore dell’export si aggira sui 3 miliardi di euro con una crescita attorno al 22% rispetto all’anno precedente”.
Se sono importanti i numeri della produzione di vino in Veneto altrettanto lo sono anche quelli del Vinitaly. “È una fiera che cresce sempre di più anche grazie alla rappresentanza di un numero sempre maggiore di paesi partecipanti” continua Caner.
A Verona si respirerà un clima “più internazionale” rispetto agli anni precedenti – visti i nuovi paesi che entrano a far parte nel mondo del vino – e sarà sempre maggiore la presenza degli addetti ai lavori come specificato dall’assessore regionale “negli ultimi anni il Vinitaly si è distinto per avere un’attenzione sempre maggiore verso i buyer“.
La più grande fiera italiana del settore vitivinicolo strizza l’occhio ai lavoratori del settore e sembra voler lasciarsi alle spalle gli anni delle corriere di turisti e “intenditori” che si recavano a Verona per “degustare” vino in quantità con tanto di feste nei distributori al termine della giornata.
“Non significa che non sarà possibile entrare – conclude Caner – ma è giusto che il Vinitaly sempre di più sia una vetrina importante e specializzata per i buyer del settore”.
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