Il Veneto resta in zona bianca, ma 2 parametri su 3 sono da “gialla”. Zaia: “Le terze dosi riducono drasticamente la possibilità dell’ospedalizzazione”

Il “giallo” sembra abbastanza vicino per il Veneto ma la colpa di chi è? Sono in molti a domandarselo ma a preoccupare è lo “spauracchio dell’arancione”, o addirittura del rosso, che potrebbe palesarsi se la situazione dei contagi da Covid-19 in Italia non dovesse migliorare.

Per questo la strategia delle autorità sanitarie è quella di insistere con la terza dose del vaccino contro il Coronavirus perché, come ha ricordato anche oggi il presidente Luca Zaia, la vera sfida è negli ospedali dove “si sta combattendo una vera battaglia”.

Il Veneto è la Regione italiana che fa più vaccini in rapporto alla popolazione ma questo sembra non bastare e le persone non vaccinate sono ancora molte: 656 mila veneti (over 12).

“È più che raddoppiato il numero di prime dosi – ha affermato il governatore del Veneto -, siamo passati da una situazione di stallo di 1.200 alle 2.900 di oggi. Questo ci permette di dire che la media regionale delle vaccinazioni ad oggi è finalmente arrivata all’86%: noi abbiamo l’86% di veneti che si sono vaccinati con una o due dosi e che quindi hanno intrapreso il loro percorso vaccinale”.

I dati di oggi sull’infezione in Veneto parlano di un’incidenza di 317,1 contagiati su 100 mila abitanti a settimana, Rt 1,39, 10% di occupazione delle terapie intensive e 8% di occupazione dell’area non critica.

“Se guardiamo i tre parametri – precisa Zaia -, per il passaggio di zona bisogna avere 150 di incidenza, quindi il primo parametro è superato, ma anche il secondo parametro (occupazione delle terapie intensive) è superato. Il passaggio in zona gialla scatta se l’occupazione dell’area non critica arriva al 15%. Quindi questa settimana, pur avendo due parametri su tre da zona gialla, ancora non vedono il Veneto in zona gialla. Siamo appesi al filo dell’occupazione in area non critica”.

Il presidente del Veneto ha ricordato che in zona gialla ci saranno le mascherine obbligatorie anche all’aperto: “Al di là che qualcuno dica che è una coercizione insopportabile, se c’è assembramento all’aperto io consiglio di portarle anche adesso, cosa che io faccio ad esempio e che molti fanno perché si vedono persone passeggiare con la mascherina. Io faccio palestra con la FP3, sfido chiunque a vedere se non sia vero. Però vedo anche che nella palestra non c’è nessuno che porta la mascherina, neanche appesa al collo. Quindi vuol dire che è una scelta di vita”.

Inoltre, con il passaggio in zona gialla, il numero delle persone al tavolo del ristorante verrebbe ridotto a 4, oltre alla riduzione al 50% della capienza nei cinema, nei teatri ecc.

“Il motivo per cui arriviamo qui non è il fatto che i vaccini non hanno funzionato – continua Zaia mostrando degli istogrammi – Nella fascia d’età 40-59 anni gli infettati non vaccinati sono altissimi. Se poi vado a vedere l’ospedalizzazione, tra i 60 e i 79 anni il non vaccinato mi riempie l’ospedale se si infetta. Allora voi capite che, nel rispetto dell’idea della libera scelta di ognuno, è innegabile che il vaccino stia funzionando. La vera sfida è quella di convincere i cittadini, che ancora non si sono convinti, di valutare l’opportunità di vaccinarsi”.

“Al di là di tutti i bei discorsi – conclude -, ormai sono andato anche oltre il muro del suono, evito anche ogni discussione. Dico: ‘bene, la soluzione per svuotare gli ospedali mi spiegate qual è? Perché sento raccontare del grafene, del microchip, della sterilità e di altre robe. Tutto ciò premesso mi volete dire come si svuotano gli ospedali? Noi abbiamo quasi 700 persone in ospedale e non venitemi a dire che basta curarli a casa. Eticamente non posso accettare che si continui a far credere ai cittadini che questa pandemia è inventata perché gli ospedali non servono, perché basta qualcuno che sa curare e tutti sono a casa”.

Il presidente del Veneto ha parlato ancora delle vaccinazioni contro il Covid per i bambini (Pfizer pediatrico), della scelta dei genitori di vaccinare i loro figli, del fatto che la Regione è sotto pressione rispetto ai tamponi e delle terze dosi che “riducono drasticamente la possibilità dell’ospedalizzazione”.

Questi i dati di venerdì 3 dicembre 2021 sull’emergenza Coronavirus in Veneto: 7.675.014 tamponi molecolari in totale, 11.337.360 test rapidi in totale, 98.015 tamponi nelle ultime 24 ore, 3.116 positivi intercettati nelle ultime 24 ore, 525.803 positivi intercettati in Veneto dall’inizio dell’emergenza sanitaria, 35.705 positivi in questo momento, 664 pazienti ricoverati in totale per Covid (25 in più nelle ultime 24 ore) di cui 115 pazienti in terapia intensiva Covid (10 in più nelle ultime 24 ore) e 549 in area non critica (15 in più nelle ultime 24 ore), 318 pazienti non Covid in terapia intensiva, 11.992 morti in totale (9 in più di ieri) e 24.291 pazienti dimessi dagli ospedali (37 pazienti dimessi nelle ultime 24 ore).

La percentuale dei positivi al Covid-19 sui tamponi effettuati è del 3,18%; nelle ultime 24 ore sono stati inoculati 42.054 vaccini contro il Coronavirus (37.610 terze dosi, 2.910 prime dosi); fino a questo momento in Veneto sono state fatte 593 mila terze dosi e in totale, tra prime, seconde e terze dosi, sono state fatte 7 milioni 864 mila inoculazioni contro il Covid.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati