Il Veneto vuole salvare il turismo con testimonial d’eccezione, preoccupazione per il “corridoio Germania-Croazia”

Una campagna non convenzionale, con testimonial d’eccezione, per il rilancio del turismo in Veneto dopo il duro colpo inferto a tutto il comparto a causa del blocco dovuto al Coronavirus è quanto affermato oggi, giovedì 21 maggio 2020, dal governatore Luca Zaia nel consueto punto stampa sull’emergenza epidemiologica nella Regione Veneto.

Sul tema dell’apertura delle frontiere, argomento strettamente legato a quello dei flussi turistici e commerciali, Zaia non ha nascosto la sua preoccupazione.

“Questa crisi fa perdere al Veneto circa 50 mila posti di lavoro – ha dichiarato il presidente della Regione Veneto -, 35 mila dei quali nel comparto turistico. La preoccupazione è massima perché il turismo è la prima industria in Veneto con un fatturato di circa 18 miliardi di euro. Da un lato noi speriamo che, nel rispetto delle regole sanitarie e nella massima tutela della salute dei cittadini, si vada verso uno “Schengen sanitario”. Questo significa che non ci dovranno più essere limiti rispetto alle quarantene”.

Il vero tema – aggiunge – non è tanto arrivare in Italia o dall’Italia andare in qualche Paese, ma è quello di non doversi necessariamente mettere in quarantena. Un ruolo qui lo potrebbe avere l’aspetto diagnostico dal Paese di provenienza: una persona si fa il tampone e quando arriva noi sappiamo già che c’è stata una fase diagnostica. Fermo restando che stiamo parlando di una mole di turisti che è paurosa. Per darvi una dimensione Venezia, ad esempio, nelle giornate di overbooking estivo arrivava anche a 150 mila transiti al giorno”.

“Spero che ci sia questo Schengen sanitario – continua – e mi auguro che il Ministero degli Esteri possa essere presente in maniera importante e pesante ai tavoli internazionali e che si finisca di leggere sulla stampa internazionale di corridoi di qua e corridoi di là ma che non riguardano l’Italia”.

Questo – conclude Zaia – vuol dire essere tagliati fuori: pensare che l’austriaco o il tedesco stia progettando un corridoio sulla Croazia, lasciando fuori il naturale sito del turismo tedesco e austriaco che è l’Adriatico, a me sembra inverosimile. Sappiamo che la piazza virtuale della promozione turistica sarà ingolfata a livello internazionale di messaggi comunicativi delle diverse offerte turistiche delle varie nazioni e anche all’interno di ogni Paese”.

Inoltre, il presidente della Regione Veneto non ha fatto mancare un appello al rispetto delle regole per evitare la diffusione del Coronavirus per il possibile rischio di nuovi focolai che vanificherebbero gli sforzi fatti fino ad ora dai veneti.

“Se ci saranno casi di reinfezione – ha dichiarato il governatore Zaia – dovremo ripensare a chiusure, a restrizioni ed eventualmente, qualora ci fossero dati negativi, dovremo pensare a fare quarantene e chiusure rispetto a focolai evidenti. Ovvio che un infetto da una parte e un infetto dall’altra non fa focolaio ma, secondo le linee guida, vi ricordo che un focolaio comincia ad essere importante già quando ha due o tre individui nella stessa località. Andiamo con prudenza e la preghiera a tutti è di fare ancora questo sacrificio almeno fino al 2 di giugno”.

Questi i dati delle ore 12.30 di oggi, giovedì 21 maggio 2020, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 548.843 tamponi (12.045 più di ieri), 3.210 persone in isolamento (249 persone in meno rispetto a ieri), 19.038 positivi (8 in più di ieri), 566 ricoverati (9 in meno rispetto a ieri), 46 terapie intensive (una in meno di ieri con 15 positivi e 31 negativi), 3.229 dimessi (13 in più di ieri), i morti in ospedale sono 1.337 (1.841 morti in totale) mentre i nati nelle ultime 24 ore sono 87.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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