Terremoto politico sull’assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan (nella foto), dopo il suo intervento nella nota trasmissione radiofonica “La Zanzara”.
L’aver cantato “Faccetta nera”, canzone composta in occasione della diffusione di notizie da parte della propaganda fascista relative all’Etiopia su parte della popolazione abissina (in particolare sul tema della schiavitù), ha provocato reazioni forti nel centrosinistra che ha chiesto le dimissioni dell’assessore.
“Per l’assessora regionale all’istruzione cantare ‘Faccetta nera’ è insopprimibile espressione di libertà, la stessa libertà che, per altro, il regime fascista negò agli italiani con violenze, omicidi e carcerazioni – scrivono da “Il Veneto che vogliamo” – Ma l’apologia del fascismo non è libertà, è negazione dei valori fondanti della Repubblica in cui l’assessora ricopre una carica istituzionale rilevante”.
“Il Veneto che vogliamo” ritiene inspiegabile che la Donazzan possa essere assessore regionale all’istruzione e affonda il colpo: “Se Zaia non la rimuoverà dall’incarico, vuol dire che gli sta bene così. A noi, e a tutti coloro che nel Veneto si riconoscono ancora nei valori della democrazia, dell’antifascismo e della libertà, no”.
Lo stesso Zaia, al quale è stato chiesto un commento sulla vicenda nella consueta conferenza stampa sull’emergenza Covid, ha affermato che l’assessore dovrebbe scusarsi perché si tratta di un momento buio della nostra storia.
“Sto subendo minacce e insulti – commenta l’assessore Donazzan – Pazienza, non è la prima e non sarà l’ultima volta. Non accetto però lezioni sull’approccio che l’Italia tutta dovrebbe avere sui temi relativi al secondo conflitto mondiale: un periodo da consegnare definitivamente alla storia per ottenere una reale ed effettiva pacificazione nazionale, assicurando dignità di memoria a tutti coloro hanno sacrificato la propria vita durante la guerra civile tra il 1943 ed il 1945”.
“Se a sinistra, tra i pochi che condividono questa necessità, qualcuno si è sentito offeso, me ne scuso – conclude – A tutti quelli, invece, che non vedono l’ora di sfruttare certe strumentalizzazioni per ribadire odio e livore, non ho nulla da dire. Sarebbe inutile”.
Nel frattempo i profili Instagram e Facebook della Donazzan sono stati oscurati.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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