“È una tradizione popolare veneta che consiste nel porre, nella notte fra il 28 e il 29 giugno (festività dei santi Pietro e Paolo), un contenitore di vetro riempito d’acqua su una finestra e nel fargli cadere dentro un albume d’uovo. Il contenitore deve essere lasciato per tutta la notte all’aria aperta per assorbire la rugiada. Il mattino seguente l’albume avrà preso la forma della barca di San Pietro (nella foto)“.
A raccontare l’antica tradizione popolare che si rinnova questa notte è il governatore regionale Luca Zaia, che prosegue: “A seconda della forma che prende il veliero, si preannuncia buono o cattivo tempo e, di conseguenza, buono o cattivo raccolto. Se la barca ha le vele aperte, allora si prevedono giornate di sole, se sono chiuse e strette indica pioggia in arrivo. In generale, un bel veliero con molte vele aperte promette un’ottima annata di raccolto“.
Una pagina particolare della cultura contadina del Veneto e dell’intero Nord Italia che ha alcune somiglianze con i Panevin del 5 gennaio. Anche in quel caso il colpo d’occhio e la capacità di ben interpretare sono “ingredienti” fondamentali: la direzione del fumo e delle faville viene letta come presagio per un futuro che si spera sempre propizio e non di magra.
Nel 2016 a San Pietro di Barbozza, frazione di Valdobbiadene, era perfino stato lanciato un concorso fotografico a premi, poi comunicati durante la festa patronale in centro con la pizza comunitaria.
Un’usanza senza tempo che molti veneti, dai più grandi ai più piccoli, ogni anno si cimentano a realizzare, magari organizzando delle sfide artistiche in famiglia o con gli amici, per poi diffondere sui social quanto la magica notte de San Piero è stata capace di sorprenderli.
Domani mattina emergerà una barca a vele spiegate? San Piero ci regalerà una buona annata dopo un primo semestre davvero duro? Chi lo sa!
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
#Qdpnews.it
