La biosicurezza rappresenta uno strumento fondamentale per proteggere gli allevamenti suini da organismi patogeni, in particolare dalla Peste Suina Africana (PSA). Nonostante sia stata proposta e richiesta da anni, la sua applicazione è stata spesso insufficiente a causa della mancanza di strumenti coercitivi e di una scarsa consapevolezza tra gli operatori. Tuttavia, l’emergere di epidemie come la PSA ha portato a una maggiore presa di coscienza del problema.
Il Decreto Ministeriale del 28 giugno 2022 ha dettagliato le misure di biosicurezza necessarie negli allevamenti suinicoli, in risposta alla comparsa del virus PSA nei cinghiali. Il successivo D.Lgs 136 del 5 agosto 2022 ha fornito alle autorità competenti gli strumenti sanzionatori per far rispettare queste misure, con sanzioni che vanno da 500 a 5.000 euro.
Le misure di biosicurezza rafforzata si concentrano su tre aspetti principali:
1. Impedire il contatto tra fauna selvatica e suini allevati attraverso barriere fisiche
2. Presenza di una zona filtro tra area “sporca” e area “pulita” dell’allevamento
3. Utilizzo di attrezzature idonee per la pulizia e la disinfezione
Per quanto riguarda le recinzioni, è richiesta una separazione spaziale delle strutture dell’azienda. Le recinzioni devono essere “a prova di bestiame”, con un’altezza minima di 1,5 metri, senza soluzioni di continuità. Possono essere costituite da muri di cinta o reti, con specifiche tecniche dettagliate per garantirne l’efficacia.
La zona filtro è un’area dedicata al passaggio del personale e dei visitatori tra la zona sporca e quella pulita dell’allevamento. Deve essere suddivisa in due parti e dotata di lavandino, materiale monouso e contenitori per gli indumenti utilizzati.
Per la disinfezione, è fondamentale la presenza di una piazzola per la disinfezione degli automezzi che devono necessariamente entrare in allevamento. Sono accettabili sistemi come archi di disinfezione o apparecchiature a pressione mobili, utilizzando disinfettanti idonei.
Altre misure importanti includono la corretta gestione dei silos per il mangime, che devono essere isolati da possibili fonti di infezione, e la collocazione appropriata della cella frigorifera per lo stoccaggio delle carcasse, preferibilmente all’esterno del perimetro aziendale o in una posizione che faciliti l’accesso dall’esterno senza compromettere la biosicurezza.
L’implementazione di queste misure di biosicurezza è fondamentale per proteggere gli allevamenti suini dalla PSA e da altre malattie. La loro corretta applicazione richiede un impegno costante da parte degli allevatori e un monitoraggio continuo da parte delle autorità competenti.
Solo attraverso uno sforzo collettivo e una maggiore consapevolezza sarà possibile ridurre significativamente il rischio di diffusione di patogeni negli allevamenti suini italiani.
(Autore: Paola Peresin)
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