Salire fino ai 323 metri di Tolmezzo, ai piedi del monte Strabut, in quella Carnia dove intere generazioni di alpini hanno fatto la Naja, è stato come riavvolgere la pellicola di un film in bianco e nero, per riguardarlo con un po’ di nostalgia con gli amici più cari.
Tolmezzo per molti è coinciso con gli anni del servizio militare, quel passaggio obbligato che trasformava un ragazzo in un uomo.
Dal Quartier del Piave e da tutta la Marca Trevigiana, ogni anno partivano in migliaia, per il Car (Corso addestramento reclute) a Codroipo e poi venivano distribuiti nelle caserme della Carnia. Tanti finivano a Tolmezzo, Caserma Cantore o Caserma Del Din che fosse.
Alcuni di loro in quel tragico 1976, quando un terremoto distrusse la Carnia, furono tra i primi a prestare soccorso alle popolazioni locali e venerdì scorso, una scossa di magnitudo 4 della scala Richter, è sembrata voler ricordare a tutti quei tragici eventi.
Si, perché fu proprio allora che si capì l’importanza di soccorsi veloci ed efficienti nelle catastrofi naturali, una intuizione che portò a quella splendida realtà che è la protezione civile alpina.
L’Adunata Triveneta 2019 ha visto ben 20mila penne nere invadere pacificamente le vie di Tolmezzo. Le 4 sezioni della Provincia di Treviso hanno sfilato in massa, con i loro sindaci, i loro gagliardetti, a prova del legame che si è instaurato tra la Marca trevigiana e la Carnia.
Vedere tanti alpini aggirarsi per le strade di Tolmezzo, nei piazzali e per le stanze delle ormai dismesse caserme Cantore e Del Din, per spiegare a mogli ed amici “qui dormivo, lì c’era lo spaccio, qua facevamo l’alzabandiera”, è stata un’emozione nell’emozione.
Un alpino la cui Naja risale al 1968 ci racconta che solo i “nonni” potevano dormire nelle camerate con vista sulla montagna, perché da lì scendeva il congedo”.
Ricordi sbiaditi, con un po’ di nostalgia e tanto orgoglio di essere alpini. Un segno di alpinità che in questi luoghi non è mai del tutto scomparsa: come nel cortile di una casa del posto dove insieme ai proprietari sono seduti attorno ad una tavola imbandita alcuni alpini dei gruppi di Solighetto, Pieve di Soligo e Barbisano. Nulla di strano.
E’ la stessa padrona di casa a spiegare il perchè. “Saremo grati a vita agli alpini per quello che hanno fatto per noi nei terribili anni del terremoto”.
Proprio questa compagnia nel cuore di Tolmezzo, con gli alpini del Quartier del Piave ospitati e abbracciati dalla gente della Carnia, potrebbe essere la perfetta cartolina a ricordo dell’Adunata Alpini del Triveneto 2019.
{cwgallery}
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it).
#Qdpnews.it