Contiene “alcuni consigli e suggerimenti relativi alle misure di prevenzione della pandemia” la lettera che la presidenza della Conferenza episcopale (Cei) ha inviato nei giorni scorsi ai vescovi delle diocesi italiane.
A quasi tre anni dallo scoppio della pandemia nel nostro Paese, la Cei ha ritenuto “opportuno continuare a condividere” con i presuli “consigli e suggerimenti” riguardanti in particolare la partecipazione e il comportamento dei fedeli alle celebrazioni religiose, in un periodo nel quale “la normativa di prevenzione dal Covid-19 non è stata oggetto di interventi recenti del Governo”.
I consigli che la Conferenza episcopale ha messo nero su bianco e inviato ai vescovi, e quindi alle diocesi d’Italia, sono nove: “E’ importante ricordare che non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al SARS-CoV-2; si valuti, in ragione delle specifiche circostanze e delle condizioni dei luoghi, l’opportunità di raccomandare l’uso della mascherina; è consigliata l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto; è possibile tornare nuovamente a ripristinare l’uso delle acquasantiere; è possibile svolgere le processioni offertoriali; non è più obbligatorio assicurare il distanziamento tra i fedeli che partecipino alle celebrazioni; si potrà ripristinare la consueta forma di scambio del segno della pace (a lungo sostituito dallo “sguardo di pace” ndr); si consiglia ai Ministri di igienizzare le mani prima di distribuire la Comunione; nella celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell’Unzione dei Malati si possono effettuare le unzioni senza l’ausilio di strumenti”.
La Cei conclude la lettera precisando che “tenuto conto delle specifiche situazioni locali i singoli Vescovi possono, comunque, adottare provvedimenti e indicazioni più particolari”.
(Foto: la Cattedrale di Vittorio Veneto, archivio Qdpnews.it).
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