Asparagi verdi ed erbette di campo fanno la loro prima comparsa nei mercati di Campagna Amica. In arrivo anche le erbe spontanee, il radicchio di campo, piselli e agretti. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti concreti dei cambiamenti climatici in occasione dell’arrivo delle primizie in tutta Italia.
La finta primavera, con un febbraio che è stato il più caldo mai registrato (+3,09° rispetto alla media storica) e un gennaio con +1,6° – sottolinea la Coldiretti –, ha mandato in tilt le coltivazioni nei campi lungo tutto lo stivale e stravolto completamente le offerte stagionali normalmente presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta. Il risultato – precisa Coldiretti – è un boom di novità primaverili sui banchi dei produttori.
Consigli per gli acquisti
Per ottimizzare la spesa e non cadere negli inganni il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori e non cercare per forza la frutta o la verdura perfetta perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali, i cosiddetti brutti ma buoni.
Nelle scelte dei consumatori grande rilievo viene dato alla freschezza del prodotto e al luogo di acquisto con una tendenza a privilegiare la spesa dal produttore. Anche perché – continua Coldiretti – la verdura comperata direttamente dal contadino dura di più non dovendo affrontare lunghe distanze per il trasporto prima di arrivare nel punto di vendita ed è più buona e ricca di nutrienti perché raccolta quotidianamente al giusto grado di maturazione.
Il problema della concorrenza sleale
Un patrimonio del Made in Italy sul quale pesa però la concorrenza sleale – denuncia Coldiretti – con quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso spinto addirittura da agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione Europea.
Un esempio sono le nocciole dalla Turchia, su cui pende l’accusa di sfruttamento del lavoro delle minoranze curde. Ma ci sono anche l’uva e l’aglio dell’Argentina e le banane del Brasile gravati da pesanti accuse del Dipartimento del lavoro Usa per utilizzo del lavoro minorile.
‘Non possiamo pensare di consumare qualcosa che per noi è fuori legge – afferma Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto– è necessario che dietro tutti i prodotti che arrivano sulle nostre tavole ci sia un percorso di qualità che riguarda sia il cibo che chi lo produce, quindi è indispensabile la tutela dei minori, oltre che del diritti dei lavoratori, ma anche dell’ambiente e della salute”.
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