Oggi negli ambienti politici veneti non si parla praticamente d’altro. E d’altronde il “Day after” del secco e deciso “NO” della Consulta al terzo mandato consecutivo per i presidenti di Regione non poteva essere altrimenti. Ieri sera sono di fatto terminate le speranze per il Zaia-Quater dopo oltre 15 anni di governo della regione.
Al governatore è arrivata subito la solidarietà dei “suoi” leghisti, con il capogruppo in consiglio Regionale Alberto Villanova che ha dichiarato: “La sentenza della Consulta non ci sorprende, questo era l’unico modo per fermare Zaia. Se qualcuno però pensa di abbatterci con questa decisione, si sbaglia. Anzi”. Questa mattina anche il sindaco di Treviso Mario Conte ha ribadito che “la situazione che si è creata a livello nazionale è quantomeno strana con una disparità tra sindaci, governatori e parlamentari. Spiace perché era il momento giusto per mettere un po’ di ordine, ma a quanto pare piace il disordine”.
Le parole più fredde, almeno tra gli alleati del governo centrale, nei confronti del presidente leghista arrivano dal senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, secondo molti suo possibile sostituto alla presidenza del Veneto: “La bocciatura della legge sul terzo mandato della Campania è una notizia che certo solletica alcuni interessi giornalistici e politici, ma quello che oggi interessa davvero ai veneti, alle nostre imprese e ai nostri cittadini, è lo stop di novanta giorni ai dazi USA annunciato dal presidente Trump – affermava ieri sera De Carlo -. In questi giorni il Governo si è già attivato, coinvolgendo le associazioni di categoria, per trovare possibili soluzioni alla questione dazi, facendo valere la sua posizione anche in Europa, e credo che questo rinvio per i cittadini veneti e per tutte le realtà economiche della nostra regione sia molto più impattante nella loro vita quotidiana di una sentenza utile più ai toto-nomi delle diverse elezioni regionali che al destino economico, familiare e personale dei campani, dei veneti e degli italiani”.
Altrettanto dura la risposta arrivata da Zaia, questa mattina a Bassano del Grappa.
Presidente Zaia, valeva la pena spendere così tante energie politiche, e anche tempo, sperando nei ricorsi alle Alte Corti quando c’è un Parlamento con maggioranza di centrodestra che deve legiferare su questa questione?
“Questa è una grande ipocrisia, abbiamo 20 regioni in Italia, 21 presidenti da eleggere, visto e considerato che due sono in Trentino e Alto Adige. Abbiamo capito dalla sentenza della Corte che 5 di queste regioni non hanno nessun problema; quindi, 6 presidenti non hanno il blocco di mandato e tutti gli altri sì. Solo alcuni sindaci e solo alcuni governatori hanno questo blocco di mandati, peraltro sono le uniche cariche elette direttamente dal popolo”.
A Trento Fratelli d’Italia e Lega si sono spaccati, addirittura si è spaccato Fratelli d’Italia su questo argomento. Lei avrebbe voluto una reazione del genere, forse anche qui in una regione a così tanta vocazione autonomista?
“Guardi io non cerco nulla, nel senso che sono felice per Maurizio Fugatti che nel giorno della sentenza contro la Campania è riuscito a farsi approvare una legge che prevede lo sblocco dei mandati a Trento, questa è la dimostrazione dell’ipocrisia di questo Paese”.
Però a livello politico come continua la battaglia di cui parlava?
“Io penso che sia fondamentale riconoscere il ruolo di attore al cittadino, che deve essere attore protagonista nella scelta della classe dirigente e non lasciare tutto in mano alle segreterie dei partiti, perché tale è: se tu dici che solo alcuni sindaci e solo alcuni governatori hanno il blocco dei mandati, significa che tutte le altre cariche dello Stato, senatori, deputati, Presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, ministri e vado avanti con la lista, non hanno nessun blocco. Lei come risponde agli altri partiti che ora chiedono di fissare delle elezioni o di voltare pagine? Le elezioni si fissano in base alla legge, non è che serviva questa sentenza, comunque si va alle elezioni. Quindi è una richiesta inutile, visto e considerato che quando tu fai 5 anni di legislatura devi andare alle elezioni a prescindere che ci sia mandato oppure no, quindi la trovo anche assurda come richiesta, anzi direi che anche strumentale come richiesta”.
Lei si sente il cuore in pace, come andrà avanti?
“Io mi sento il cuore super in pace, mi sono sempre relazionato con i miei cittadini, abbiamo lavorato tanto, stiamo lavorando tantissimo, non ho mai dedicato il tempo da amministratore al dibattito politico e penso che questo l’abbiamo apprezzato tutti”.
Che risposta dà a quei cittadini che avrebbero voluto, come lei ha ribadito tante volte, continuare con la sua esperienza di governo alla guida della Regione Veneto?
“E’ innegabile che i veneti chiedano di poter semplicemente scegliere di avere tra i candidati il sottoscritto, viene negata questa opportunità come in altre regioni, penso la Campania piuttosto che la Puglia, non so quali altre. Ne prendiamo atto, però è pur vero che se passa un principio – per il quale è per me inaccettabile che l’Avvocatura dello Stato vada a rinnovare il dibattito in Corte Costituzionale – secondo il quale il blocco dei mandati sarebbe l’unica modalità per eliminare centri di potere, dire questo vuol dire offendere noi, noi amministratori, dall’altro dare degli idioti ai cittadini che non è che votano i presidenti o i sindaci uscenti semplicemente perché sono uscenti, perché li mandano a casa se non gli piacciono”.
Il senatore De Carlo ha dichiarato che i Veneti hanno la priorità dei dazi e non quella del terzo mandato, come risponde?
“Ma guardi, probabilmente ha parlato con tutti i veneti”.
(Autore: Simone Masetto)
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