Ignazio La Russa è il nuovo presidente del Senato: il noto esponente di Fratelli d’Italia ha ottenuto 116 voti nella seduta a Palazzo Madama aperta dal discorso della senatrice a vita, e presidente provvisorio dell’assemblea, Liliana Segre.
Per l’elezione di La Russa sono mancati i voti di Forza Italia, ma il presidente Silvio Berlusconi assicura che dal suo partito sono “lieti per l’elezione”.
Intanto a Montecitorio continuano le trattative per la scelta del nuovo presidente della Camera dei Deputati, anche se l’interesse principale è rivolto alla formazione della squadra di governo, sulla quale da giorni girano diverse indiscrezioni.
Profondo e non scontato il discorso odierno della senatrice a vita Segre, che ha toccato dei punti molto importanti che rappresentano una sorta di linee guida per la XIX Legislatura.
Non poteva mancare un pensiero rivolto alla guerra in Ucraina: “Mi unisco alle parole puntuali del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: ‘la pace è urgente e necessaria. La via per ricostruirla passa da un ristabilimento della verità, del diritto internazionale, della libertà del popolo ucraino’”.
Segre non ha nascosto la sua emozione per il ruolo avuto in questa giornata così importante per il futuro dell’Italia.
“In questo mese di ottobre – ha affermato – nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica. Ed il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!”.
La senatrice a vita ha ricordato che in questa legislatura il Senato è stato completamente rinnovato, “non solo perché per la prima volta hanno potuto votare anche per questa Camera i giovani dai 18 ai 25 anni, ma soprattutto perché per la prima volta gli eletti sono ridotti a 200”.
“Dare l’esempio non vuol dire solo fare il nostro semplice dovere – ha proseguito -, cioè adempiere al nostro ufficio con ‘disciplina e onore’, impegnarsi per servire le istituzioni e non per servirsi di esse. Potremmo anche concederci il piacere di lasciare fuori da questa assemblea la politica urlata, che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione dal voto, interpretando invece una politica ‘alta’ e nobile, che senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra sinceramente all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza”.
“Le grandi democrazie mature – ha aggiunto – dimostrano di essere tali se, al di sopra delle divisioni partitiche e dell’esercizio dei diversi ruoli, sanno ritrovarsi unite in un nucleo essenziale di valori condivisi, di istituzioni rispettate, di emblemi riconosciuti. In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione repubblicana che, come disse Piero Calamandrei, non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100 mila morti Caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti”.
Segre, più volte interrotta dagli applausi dell’emiciclo, ha quindi parlato dell’attaccamento del popolo italiano verso la Costituzione e del prezioso lavoro di applicazione giurisprudenziale della Corte Costituzionale e della magistratura.
“Naturalmente anche la Costituzione è perfettibile e può essere emendata (come essa stessa prevede all’articolo 138) – ha sottolineato -, ma consentitemi di osservare che se le energie che da decenni vengono spese per cambiare la Costituzione – peraltro con risultati modesti e talora peggiorativi – fossero state invece impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese più giusto e anche più felice”.
In molti sono rimasti colpiti sull’accento posto sulle festività civili: “Perché mai dovrebbero essere vissute come date ‘divisive’, anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 Aprile Festa della Liberazione, il 1° Maggio Festa del Lavoro, il 2 Giugno Festa della Repubblica? Anche su questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio, di gesti nuovi e magari inattesi”.
Segre ha chiesto ai parlamentari un’assunzione di una comune responsabilità nella lotta contro la diffusione del linguaggio dell’odio, contro l’imbarbarimento del dibattito pubblico, contro la violenza dei pregiudizi e delle discriminazioni.
Tra gli auspici con i quali ha concluso il suo apprezzato discorso, spicca l’impegno concorde di tutti i componenti dell’assemblea per tenere alto il prestigio del Senato, tutelare in modo sostanziale le sue prerogative, riaffermare nei fatti e non a parole la centralità del Parlamento.
“Da molto tempo – ha evidenziato – viene lamentata da più parti una deriva, una mortificazione del ruolo del potere legislativo a causa dell’abuso della decretazione d’urgenza e del ricorso al voto di fiducia. E le gravi emergenze che hanno caratterizzato gli ultimi anni non potevano che aggravare la tendenza. Nella mia ingenuità di madre di famiglia, ma anche secondo un mio fermo convincimento, credo che occorra interrompere la lunga serie di errori del passato e per questo basterebbe che la maggioranza si ricordasse degli abusi che denunciava da parte dei governi quando era minoranza, e che le minoranze si ricordassero degli eccessi che imputavano alle opposizioni quando erano loro a governare”.
L’invito ad una sana e leale collaborazione istituzionale è stato fatto con l’obiettivo di riportare la gran parte della produzione legislativa nel suo alveo naturale, garantendo al tempo stesso tempi certi per le votazioni.
“Auspico – ha aggiunto -, infine, che tutto il Parlamento, con unità di intenti, sappia mettere in campo in collaborazione col Governo un impegno straordinario e urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese che si dibattono sotto i colpi dell’inflazione e dell’eccezionale impennata dei costi dell’energia, che vedono un futuro nero, che temono che diseguaglianze e ingiustizie si dilatino ulteriormente anziché ridursi”.
La senatrice a vita ha ricordato che in questa sfida l’Italia avrà al suo fianco l’Unione Europea “con i suoi valori e la concreta solidarietà di cui si è mostrata capace negli ultimi anni di grave crisi sanitaria e sociale”.
“Non c’è un momento da perdere – ha concluso -: dalle istituzioni democratiche deve venire il segnale chiaro che nessuno verrà lasciato solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere i livelli di guardia e tracimare”.
(Foto: Twitter Senato.it).
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