Sono trascorsi 108 anni da quando Trilussa, pseudonimo di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri, poeta, scrittore, giornalista e politico romano, scrisse “Ninna Nanna della guerra”, testo poi portato al successo anche, come canzone sulle note di un brano popolare piemontese (Feramiù), da artisti come Claudio Baglioni, Lando Fiorini, Anna Identici e Gigi Proietti.
Proprio un’interpretazione della poesia da parte di Proietti, risalente a una puntata della trasmissione Rai “Ballarò” del 2005, è tornata ad essere virale nei giorni scorsi in coincidenza con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina nel territorio di quest’ultimo Paese. Notizie e immagini drammatiche che nessuno si sarebbe mai augurato di vedere, e che rimandano a conflitti che hanno segnato pesantemente la storia contemporanea dell’umanità.
Trilussa compose la “Ninna Nanna” nel 1914, mentre stava per deflagrare la Prima guerra mondiale, che lasciò una traccia indelebile di ferocia e devastazione anche in Italia, Alta Marca trevigiana inclusa. La poesia invita un neonato a dormire per non dovere subire, come il resto della popolazione, “tante infamie e tanti guai che succedono ner monno”, sentendo “li sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che commanna”.
L’autore riflette sui risvolti economici di un conflitto (“la guerra è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse pe li ladri de le Borse”), che prima o poi finirà, con i “sovrani” che “senza l’ombra d’un rimorso, ce faranno un ber discorso su la Pace e sul Lavoro”.
Ecco il testo integrale della poesia, che dopo oltre un secolo non smette di farci riflettere.
Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili.
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
Trilussa
(Foto: Wikipedia – Trilussa)
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