Schadenfreude è una parola che definisce uno tra i sentimenti più sgradevoli che esistano, quello di provare del piacere per le disgrazie altrui, più o meno un bel “Ben gli sta” in tedesco. Chi interessato a temi filosofici si ricorderà come Nietzsche e Schopenhauer affrontano meschinità e grettezza di chi è affetto da schadenfreude: si va dalla “vendetta dell’impotente” del primo a “l’indizio più infallibile di un cuore profondamente cattivo” del secondo, a cui seguono quintali di carta filosofica e psicologica che spiegano come tale bassezza morale sia tipica della nostra specie.
Ecco, cominciamo bene il 2023 smentendo i maestri del pensiero e della logica retorica. Che oltre alla nostra ci siano altre specie con un cervello abile nel ragionamento astratto, quella che tecnicamente si chiama mappa cognitiva, è noto fin dalla metà degli anni ’80 quando nacque una branca della biologia chiamata “etologia cognitiva”.
Questi scienziati volevano misurare e testare in natura se esistessero menti e pensieri elaborati di specie diverse dalla nostra e se popolazioni diverse della stessa specie dimostrassero culture diverse. Quelle domande hanno ricevuto robuste risposte scientifiche e oggi fanno parte della storia di quella disciplina scientifica. Quello che risulta più recente invece è la conoscenza che abbiamo sulla moralità presente in altre specie.
Dalla fine degli anni ’90 gli scienziati hanno visto come il cervello sia in grado di elaborare il cosiddetto circuito della morale e dell’etica. Non siamo i soli a farlo. Non siamo i soli a dare valore alla compassione e alla reciprocità. Oltre a noi, alcune specie di scimmie, elefanti, pipistrelli e, manco a dirlo, ratti e topi. Sono rivelazioni toste, un vero e proprio colpo allo stomaco per chi ha sempre elevato la razionalità umana al di sopra di tutti gli altri animali. Siamo esseri irrazionali, decidiamo d’istinto, ragioniamo con la “pancia”, usando circuiti neuronali che usano anche altre specie. E non siamo solo noi a godere delle disgrazie altrui. Anche i ratti godono quando l’antipatico di turno se la passa male. Nel bene e nel male siamo tutti uniti. Che sia un buon 2023 per tutti!
(Foto: Arthur Schopenhauer, Wikipedia).
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