In uno scenario globale segnato da guerra, contraccolpi della pandemia e rincari energetici alle stelle l’economia Veneta rimane in buona saluta, ma rischia che la sua crescita venga pesantemente frenata dagli oneri di sistema, una tassa sulla bolletta dell’elettricità che pesa in particolare sulle piccole imprese e gli artigiani. A richiamare l’attenzione sul tema è il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto.
Partiamo dai dati positivi, cosa sappiamo sull’andamento dell’economia regionale?
“Il Veneto è fra le nove regioni italiane che si presentano al 2023 con un PIL superiore al 2019, ovvero al prepandemia Con un +1,7%, superiore alla media nazionale (+1,3%), risulta settima in questa speciale classifica. Nonostante il clima di incertezza che contribuisce al progressivo deterioramento delle previsioni sul PIL italiano del 2023 la nostra regione dovrebbe attestarsi comunque in area positiva a +0,8%”.
Perché gli oneri di sistema sono un ostacolo alla crescita dell’economia veneta?
“Questo sistema di tassazione dell’energia, che oggi tocca il 51% della bolletta dell’elettricità, penalizza soprattutto le piccole imprese secondo il meccanismo ‘meno consumi più paghi’ allo scopo di agevolare le aziende energivore”.
Cosa sono in sintesi questi oneri di sistema?
“Sono tasse che ritroviamo nella bolletta dell’elettricità per incentivare le energie rinnovabili e aiutare i grandi consumatori, in passato sono servite anche per ammortizzare il rialzo dei costi di benzina e gasolio. Le paghiamo tutti, come imprese e privati cittadini”.
Cosa è cambiato rispetto al passato?
“Nel corso del 2022 erano stati azzerati per effetto dei provvedimenti d’emergenza. Ora sono stati reintrodotti ma con oneri ridotti per certe fasce. Secondo una simulazione fatta da Confartigianato un imprenditore potrà avere un aumento fino a 2000 euro al mese rispetto allo scorso anno; a subire la mazzata vera sono le piccole imprese. Non è pensabile chiedere ad un imprenditore passato dai 7mila euro mensili di bolletta del 2021 ai 14mila del 2022 di aggiungere, da quest’anno, anche circa 2mila euro al mese per gli oneri generali del sistema elettrico”.
Chi dovrebbe farsi carico di questi oneri?
“Lo Stato attraverso dei risparmi, eliminando sprechi e inefficienze e dunque non i cittadini e le piccole imprese. La soluzione sarebbe distribuirli più equamente o meglio ancora eliminarli del tutto. L’azzeramento avvenuto nel corso del 2022 dimostra che è possibile. La corretta collocazione degli oneri generali del sistema elettrico non è nella bolletta, Confartigianato lo sostiene da tempo assieme ad ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ndr) che lo ha nuovamente ribadito nel corso dell’ultima relazione annuale”.
La mazzata sta arrivando con le prime bollette del 2023?
“La bolletta di febbraio sarà quella più rappresentativa del peso di questa tassazione perché farà riferimento al primo periodo di ripresa del lavoro a pieno regime. Lì emergerà che servono delle iniziative concrete. L’obiezione ‘la coperta è troppo corta’ non regge più”.
(Foto: Confartigianato).
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