“La guerra sta avendo effetti drammatici sul clima”. A dirlo è il meteorologo e climatologo Luca Mercalli riferendosi al conflitto in corso tra Russia e Ucraina.
Una guerra, dunque, che non solo sta uccidendo migliaia di persone, distruggendo interi villaggi e costringendo molti ucraini a lasciare le loro case ma che, come altro effetto non sicuramente secondario, sta contribuendo in maniera massiccia ad aumentare l’inquinamento ambientale.
È noto a tutti che siamo in una situazione di “non ritorno” in cui da anni – come ricordato da Mercalli a Susegana durante il convegno “Crisi climatica ed ecologica: come affrontarla?” – “si sta perdendo tempo senza mettere in atto politiche serie e in maniera poco convinta”. È lo stesso climatologo a ricordare che “ora bisogna correre per cercare di salvare il mondo dai cambiamenti climatici”. Come se non bastasse, a tutti i danni già creati si aggiungono anche quelli causati dalla guerra che, secondo Mercalli, “ci sta portando alla situazione di 30 anni fa”.
“La guerra è una grandissima fonte di inquinamento – spiega –, sia per l’imponente uso di energia della macchina bellica sia per l’impatto degli esplosivi”.
Se da una parte sono migliaia, infatti, i litri di petrolio utilizzati per realizzare il combustibile per far funzionare carri armati, aerei e navi, dall’altra “tutto quello che noi produciamo in termini di armamenti, come munizioni e bombe, sono inquinamento per l’ambiente”.
Mercalli non dimentica poi l’energia richiesta per la ricostruzione delle zone totalmente distrutte o danneggiate: un altro problema da non sottovalutare per quanto riguarda l’impatto sul clima.
Secondo Mercalli l’altro grave danno che il conflitto in corso sta recando al clima riguarda i soldi che, messi a disposizione per la transizione economica, vengono dirottati sulla produzione di armamenti: “Questa è una follia visto che abbiamo già poco denaro, poche risorse e ci giustifichiamo affermando che abbiamo pochi soldi per la transizione ecologica però troviamo miliardi di dollari per costruire armi, e chissà per quanto tempo si andrà avanti a spenderli”.
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