Dal rapporto ISPRA 2023 sul Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, misuriamo che la superficie forestale in Italia è aumentata dal secondo dopoguerra a oggi, passando da 5,6 a 11,1 milioni di ettari. La percentuale di territorio coperta da boschi ha raggiunto il 38% del territorio nazionale, più di quello di due Paesi “tradizionalmente” forestali come Germania (31%) e Svizzera (31%).
Si tratta di aree verdi, nuove e spontanee che, tuttavia, spesso non vengono adeguatamente gestite. Perché?
Sappiamo che la sostenibilità è un concetto europeo nato dalla gestione forestale quattro secoli fa. Ma vediamolo con occhi contemporanei. Sebbene l’Unione Europea non abbia una politica forestale comune specifica, molte delle sue politiche hanno un impatto significativo sulle foreste, sia all’interno che all’esterno dei suoi confini. Questo impatto deriva da una serie di politiche e iniziative che si estendono su diversi settori, tra cui l’ambiente, il clima e il commercio che, come già scritto, sono le tre macroaree della sostenibilità.
Alcuni indizi
Politica Agricola Comune (PAC): La PAC è la principale fonte di finanziamenti europei per le foreste, rappresentando circa il 90% dei fondi totali. Attraverso il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), la PAC sostiene una serie di misure forestali, tra cui il rimboschimento, il miglioramento della resilienza delle foreste e la prevenzione dei danni. Inoltre, la PAC promuove la gestione sostenibile delle foreste attraverso l’inclusione di requisiti ambientali per gli agricoltori che ricevono sussidi.
Natura 2000: La rete Natura 2000, istituita nell’ambito della politica ambientale dell’UE, protegge circa il 23% delle foreste europee. Questa rete mira a conservare gli habitat e le specie di interesse comunitario, comprese molte specie forestali.
Politica Energetica e Climatica: L’obiettivo dell’UE di aumentare la quota di energie rinnovabili al 42,5% entro il 2030 ha portato a un aumento dell’uso di biomassa forestale per la produzione di energia. Questo ha un impatto diretto sulla gestione e l’utilizzo delle foreste europee. Inoltre, l’UE ha adottato misure per integrare l’agricoltura e la silvicoltura nella sua politica climatica, riconoscendo il ruolo delle foreste nell’assorbimento e lo stoccaggio del carbonio.
Regolamento sul Legno Legale: Il regolamento (UE) n. 995/2010, in vigore dal 2013, vieta l’immissione sul mercato europeo di legname raccolto illegalmente. Questa normativa mira a contrastare il commercio illegale di legname e a promuovere la gestione forestale sostenibile.
Impatto sulle foreste internazionali:
Regolamento sui Prodotti a Deforestazione Zero: Entrato in vigore nel giugno 2023, questo regolamento (UE) 2023/1115 vieta l’immissione sul mercato UE di prodotti come soia, carne bovina, olio di palma, legno, cacao e caffè, se la loro produzione è legata alla deforestazione o al degrado forestale in qualsiasi parte del mondo. L’obiettivo è quello di ridurre l’impronta dell’UE sulla deforestazione globale.
Piano d’Azione FLEGT: Il piano d’azione dell’UE per l’applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT) include accordi volontari di partenariato con paesi produttori di legname per combattere il taglio illegale e promuovere il commercio di legname legale.
Cooperazione Internazionale: L’UE partecipa attivamente ai negoziati internazionali sulle foreste, come la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e Forest Europe. Attraverso queste piattaforme, l’UE promuove la gestione forestale sostenibile a livello globale.
In sintesi, le politiche dell’UE hanno un impatto significativo sulle foreste europee e internazionali, influenzando la gestione, l’utilizzo e la conservazione delle risorse forestali. Attraverso una combinazione di finanziamenti, regolamentazioni e cooperazione internazionale, l’UE mira a promuovere la gestione forestale sostenibile sia all’interno che all’esterno dei suoi confini.
(Autore: Paola Peresin)
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