Le Grandi Aziende alla prova della sostenibilità

In un momento storico in cui la sostenibilità diventa sempre più cruciale, tre giganti dell’industria internazionale stanno aprendo la strada a un nuovo approccio nella misurazione e riduzione del proprio impatto sulla natura. Il colosso farmaceutico GSK, leader mondiale nello sviluppo di farmaci, vaccini e prodotti per la salute, il gruppo svizzero Holcim, primo produttore mondiale di cemento e materiali da costruzione, e Kering, il prestigioso gruppo francese proprietario di marchi del lusso come Gucci e Saint Laurent, sono diventati pionieri di un’iniziativa senza precedenti, ottenendo la convalida dei primi obiettivi scientifici per la protezione ambientale attraverso il progetto Science Based Targets Network (SBTN).

Questi tre colossi, pur operando in settori profondamente diversi, hanno dedicato mesi a un’analisi approfondita dei loro impatti diretti e indiretti sull’ambiente, stabilendo obiettivi ambiziosi ma misurabili. Kering, che gestisce alcuni dei più prestigiosi marchi della moda mondiale, dall’abbigliamento agli accessori di lusso, si è impegnata a ridurre il proprio consumo idrico del 21% e la sua “impronta territoriale” del 3% entro il 2030. Un obiettivo particolarmente significativo se si considera l’impatto del settore della moda sulla biodiversità, dalla produzione delle materie prime fino alla gestione dei rifiuti.

Holcim, che opera quotidianamente nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture globali, ha fissato un obiettivo ancora più specifico: ridurre del 39% i prelievi di acqua dolce dal bacino di Moctezuma in Messico. Questo tipo di approccio localizzato è fondamentale, poiché riconosce che ogni ecosistema ha caratteristiche uniche e necessita di protezione specifica. La scelta di un’azienda che produce materiali da costruzione di concentrarsi sulla tutela delle risorse idriche dimostra come la sostenibilità ambientale possa essere integrata anche nei settori tradizionalmente considerati ad alto impatto ambientale.

GSK, che oltre ai farmaci e vaccini produce anche prodotti di largo consumo come i dentifrici Sensodyne e gli integratori Centrum, sta dimostrando come l’impegno ambientale possa essere integrato nelle operazioni globali di un’azienda farmaceutica. Il gruppo ha avviato un importante progetto di gestione delle risorse idriche in India, collaborando con organizzazioni non-profit locali nel bacino dell’Upper Godavari. L’iniziativa non si limita alla gestione delle acque, ma si estende alla protezione degli habitat naturali e delle specie che dipendono da questo delicato ecosistema, con l’obiettivo di garantire una gestione sostenibile delle risorse in tutti i suoi siti entro il 2025 e di ridurre il consumo complessivo di acqua del 20% entro il 2030.

Il percorso verso la protezione della biodiversità presenta numerose sfide per tutte e tre le aziende, dalla difficoltà di raccogliere dati accurati sugli ecosistemi locali alla complessità di sviluppare modelli idrologici specifici per ogni sito operativo, fino alla necessità di coordinare gli sforzi lungo le rispettive catene di fornitura. Come sottolineato da Erin Billman, direttore esecutivo di SBTN, è fondamentale che più aziende si uniscano a questo sforzo per garantire la comparabilità e la misurabilità degli impatti sulla natura.

La posta in gioco è altissima: metà delle specie viventi potrebbero scomparire entro la fine del secolo.

L’impegno di queste tre aziende leader nei rispettivi settori dimostra come la tutela della biodiversità non sia una prerogativa di un singolo comparto industriale, ma una responsabilità trasversale che può e deve essere assunta da ogni tipo di attività produttiva. Il loro approccio scientifico alla sostenibilità ambientale sta emergendo come un nuovo standard per le aziende globali, combinando rigore metodologico e impegno pratico. Il successo di queste prime iniziative potrebbe ispirare un cambiamento più ampio nel mondo aziendale, dimostrando che la protezione della natura non è solo un imperativo morale, ma anche una strategia vincente per il futuro dell’industria globale, indipendentemente dal settore di appartenenza.

(Autrice: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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