L’estate insostenibile in città

Chi se la ricorda l’estate del 2003? Per ben 100 giorni si registrarono temperature superiori alla media di 10°C arrivando a 48°C a Firenze e a 49°C a Bolzano. Fu in quell’estate che i non addetti ai lavori sentirono parlare per la prima volta di città come isole di calore. Cosa significa?

Durate l’estate, nelle città il sole batte impietoso sulle strade acciottolate, sui palazzi di cemento e sui marciapiedi di asfalto. Le temperature cittadine sembrano alzarsi di giorno in giorno, e non è solo una sensazione passeggera: è l’effetto isola di calore urbano, una realtà concreta che trasforma le città in veri e propri forni.

Provate a camminare lungo una strada principale, circondati da edifici imponenti e strade trafficate. Sotto i vostri piedi, l’asfalto e il cemento assorbono il calore del sole come una spugna, accumulando energia che si riflette nell’aria, mentre i pochi angoli verdi che ancora resistono appaiono stanchi e oppressi. Siete circondati da una miriade di strutture urbane che trattengono il calore e impediscono all’acqua di penetrare nel terreno.

Le piante, che un tempo aiutavano a mantenere fresco l’ambiente attraverso l’evapotraspirazione — il processo in cui le piante rilasciano acqua nell’aria, abbassando la temperatura — sono ora un ricordo lontano. Nelle città, l’evapotraspirazione è ridotta drasticamente, lasciando il calore a dominare incontrastato.

Ogni giorno, le strade pulsano di calore mentre le auto e i condizionatori emettono ulteriore calore nell’aria già surriscaldata. Nei nostri centri urbani la densità di edifici limita la circolazione dell’aria, creando un effetto a cupola di calore che avvolge i quartieri dove la mancanza di spazi verdi e di ombra naturale amplifica la sensazione di calore, costringendo i residenti a vivere in un ambiente sempre più opprimente.

I mattoni e il cemento trattengono il calore durante la giornata e lo rilasciano lentamente durante la notte, impedendo alla città di raffreddarsi come farebbero gli spazi verdi. E così, la notte non porta sollievo, ma solo un lento e incessante rilascio di calore accumulato.

Questo fenomeno, amplificato dalla crisi climatica in corso, rappresenta una minaccia grave per la salute pubblica. Le ondate di calore diventano più frequenti e intense, esponendo i cittadini a rischi come disidratazione, colpi di calore e, nei casi più estremi, alla morte. Gli effetti collaterali sono estesi: dall’aumento dell’aggressività e dei tassi di criminalità a una diminuzione della capacità di concentrazione e apprendimento.

Da quel 2003 sono state discusse varie soluzioni per mitigare il fenomeno delle città come isole di calore, tra cui l’aumento degli spazi verdi, l’uso di materiali da costruzione riflettenti e l’adozione di tecnologie di raffreddamento efficienti dal punto di vista energetico.

Globalmente, nascono decisori politici che si stanno impegnando in azioni concrete per rendere le estati in città più sostenibili.

Imitiamoli, ne va della salute di tutti noi.

(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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