Linee guida dell’Inail solo come alternativa a quelle delle regioni. Zaia: “Sono imbarazzanti per alcune attività”

Numeri sempre migliori per il Veneto in uscita dall’emergenza del Covid-19 , e il governatore Luca Zaia incita a continuare nel rispetto delle norme, fornendo un nuovo aggiornamento: 463.693 tamponi (circa 9 mila in più di ieri), 4.512 persone in isolamento (200 in meno di ieri), 18.813 positivi (31 in più di ieri), 714 ricoverati (45 in meno di ieri: 364 ancora positivi e 281 si sono negativizzati), 69 terapie intensive (2 in meno di ieri: 30 positivi e 39 negativi), 3.077 dimessi (44 in più di ieri), 1.281 morti in ospedale (9 in più di ieri e 1.712 in totale) e i nati nelle ultime 24 ore sono 86.

Resta il grosso problema di affrontare l’apertura – ha commentato il presidente della Regione Veneto – . Dobbiamo ricordare che la partita dell’apertura di lunedì è ancora più importante di quella di lunedì 4 maggio. Noi intendiamo aprire e qualora ci venga data la possibilità e l’intesa è questa: cioè che il governo deleghi la Regione. Intendiamo aprire bar, ristoranti, spiagge, attività commerciali, attività di servizi alla persona, centri sportivi, palestre e piscine”.

Ovvio – prosegue – che l’impegno che ci prendiamo nella scelta è importante, perché comunque l’ordinanza porterà la mia firma, e lo faccio come un atto di responsabilità sapendo che i veneti sono responsabili. Parlo dei veneti che saranno clienti di queste attività ma anche dei veneti che saranno erogatori di servizi. Noi sappiamo che dovremmo applicare delle linee guida. Io sto facendo una battaglia civile, serena perché non siano applicate le linee guida dell’Inail”.

“O meglio – precisa -, siano applicate in mancanza di alternative. Siccome però la Regione del Veneto, come altre Regioni, ha già le sue linee guida emesse dal Dipartimento della Prevenzione, pensiamo sia più corretto dire alle Regioni di applicare le linee guida Inail se non ci sono i nostri Dipartimenti della Prevenzione che hanno provveduto. Allora è apprezzabile lo sforzo che ha fatto l’Inail però per alcune attività diventa imbarazzante. Capite che se dobbiamo garantire quattro metri quadrati ad ogni avventore di ristorante e il distanziamento dei tavoli finisce che i ristoratori mi dicono che se si applica alla lettera quello che c’è scritto non si apre più”.

Un esempio eclatante – aggiunge – è quello delle spiagge: è ovvio che il Veneto sulle spiagge avrebbe sommessamente e modestamente qualcosa da dire. Noi siamo la Regione più turistica d’Italia, facciamo un fatturato di 18 miliardi di euro, nelle spiagge ne facciamo almeno 9 di questi miliardi di euro. Facciamo con le spiagge del veneto 32 milioni di presenze turistiche e voi capite che per noi la spiaggia è una  questione di vita o di morte dell’economia a questo punto. ”.

“Si capisce – conclude – anche che c’è una forma di sperequazione: tu permetti che ci siano alcune attività con centinaia di lavoratori che possono giustamente, in virtù degli accordi fatti, andare a lavorare e sotto gli ombrelloni sembra sia il “Vietnam del virus”. Stiamo lavorando affinchè le linee guida Inail, che sono frutto del lavoro di gente che ha lavorato e che rispettiamo, diventino l’alternativa da applicare nelle Regioni in cui non ci sono”.

Sul problema della cassa integrazione non arrivata a tanti cittadini, il presidente Zaia, riferendosi ancora alle parole pronunciate dal ministro Di Maio sulla responsabilità delle Regioni, ha specificato che la Regione Veneto ha affrontato correttamente ogni pratica.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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