Dopo le dimissioni del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, l’Italia andrà al voto anticipato in un periodo complesso fra caro energia, emergenza idrica, effetti diretti e indiretti della guerra in Ucraina e, non ultimo, una pandemia che è tutt’altro che scomparsa.
All’ex presidente della Banca Centrale Europea, che questa mattina si è recato al Colle per rassegnare le dimissioni davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non sono bastate le richieste arrivate da migliaia di amministratori pubblici, imprenditori e da molti governi di altre nazioni: per lui, infatti, è necessario un nuovo patto di governo fra le forze politiche del Paese per proseguire l’esperienza alla guida dell’Italia.
Questa mattina, prima di recarsi al Quirinale, Draghi ha parlato ai parlamentari riuniti nella Camera dei Deputati che, dopo il suo “grazie”, gli hanno riservato un lungo applauso.
“Grazie per questo naturalmente – ha detto l’ex premier prima di andare da Mattarella – Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato. Grazie per questo e per tutto il lavoro fatto insieme in questo periodo. Alla luce del voto espresso ieri sera dal Senato della Repubblica, chiedo di sospendere la seduta perché mi sto recando dal Presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni”.
A quel punto i lavori della Camera dei Deputati sono stati sospesi fino alle ore 12 da parte del presidente Roberto Fico.
Nel pomeriggio odierno, il capo dello Stato ha firmato il decreto di scioglimento di Camera e Senato, in anticipo di qualche mese rispetto alla scadenza naturale della legislatura, ovvero febbraio/marzo 2023 (qui la dichiarazione di Mattarella). La data più probabile per lo svolgimento delle elezioni politiche è domenica 25 settembre 2022.
Dopo la conferma delle dimissioni sono arrivate le prime reazioni: dure le parole del segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, che ha detto che il suo partito metterà in campo nelle prossime ore “una campagna di comunicazione che serva a ricordare agli italiani chi ha fatto cadere il governo Draghi”.
Immediata la risposta di Antonio Tajani, esponente di spicco di Forza Italia: “Enrico Letta invece di preoccuparsi di Forza Italia, faccia mea culpa perché il suo progetto di campo largo ha provocato le dimissioni di Mario Draghi e poi ha impedito la nascita di un Governo Draghi senza M5S come avevamo chiesto noi”.
La posizione del partito di Silvio Berlusconi, che ha visto in poche ore l’uscita dei ministri Mariastella Gelmini e Renato Brunetta, è la stessa della Lega di Matteo Salvini e ieri il centrodestra di governo aveva diramato questa nota: “Forza Italia, Lega, Udc e Noi con l’Italia hanno accolto con grande stupore la decisione del presidente del consiglio Mario Draghi di porre la questione di fiducia sulla risoluzione presentata da un senatore – Pierferdinando Casini – eletto dalla sinistra”.
Anche per questo ieri Lega e Forza Italia non hanno votato la fiducia al premier Draghi al Senato, così come hanno fatto i senatori del Movimento 5 Stelle, che si si sono dichiarati “presenti non votanti”.
“Ci aspettavamo di sentir parlare di impegni precisi su salario minimo, stipendi dei lavoratori, misure per salvare 50 mila piccole imprese nel settore dell’edilizia – commentavano ieri dal Movimento 5 Stelle – Invece siamo stati oggetto solo di attacchi politici per metterci alla porta. Continueremo le nostre battaglie per il Paese e per chi non conta, per chi non ha voce”.
“Draghi e l’Italia sono state vittime, da giorni, della follia dei 5 Stelle e dei giochini di potere del Pd – aveva detto ieri Salvini, aprendo la riunione con i parlamentari della Lega alla Camera – L’intero centrodestra era disponibile a proseguire senza i grillini, con Draghi a Palazzo Chigi e con un governo nuovo e più forte. Il Pd ha fatto saltare tutto. Speriamo che questo sia l’ultimo Parlamento dove centinaia di persone cambiano casacca e poltrona”.
Festeggiano gli esponenti di Fratelli d’Italia, da sempre contrari al governo Draghi (“Sceneggiata finita, elezioni subito”), mentre Matteo Renzi attacca il centrodestra: “Dicono: sono tutti uguali. Eh no! Noi abbiamo voluto e sostenuto Mario Draghi. Invece Conte, Salvini e Berlusconi lo hanno mandato a casa. Altro che tutti uguali: ricordiamocelo ai seggi, grazie”.
Carlo Calenda di Azione ha parlato di “fine indegna di una legislatura disastrosa” mentre Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, guarda al futuro: “Noi, e per noi intendo il progetto di far contare una Italia sovrana di chi vive del proprio lavoro, siamo pronti. Nelle istituzioni e nelle piazze. Con l’autunno che arriverà”.
Coraggio Italia, il partito del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, aveva detto che sarebbe stato giusto andare a votare subito se le forze politiche non avessero ricostruito un patto di governo, mentre il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha sottolineato il grande impegno di Draghi e ha ribadito l’importanza di impegnarsi affinché questo lavoro non venga disperso.
Al momento i parlamentari della Marca trevigiana non si sono ancora espressi su questa crisi di governo che ha portato alle dimissioni del presidente del Consiglio dei ministri.
Da Canale d’Agordo, paese natale di Papa Giovanni Paolo I, dove si è recato in visita, il Segretario di Stato della Santa Sede cardinale Pietro Parolin ha “assicurato” la sua preghiera “per il bene dell’Italia” (qui l’articolo).
(Foto: www.quirinale.it).
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