Maltempo, dichiarato lo stato di calamità. Zaia: “Le nutrie un grosso problema per i nostri argini”

Il Soligo in piena ieri sera

Il vento di Scirocco che innalza il livello del mare, i fiumi che fanno fatica a defluire e le forti piogge che ne aumentano la portata. È questo lo scenario della “tempesta perfetta” – come la definisce il governatore del Veneto Luca Zaia – che si è abbattuta nella regione tra ieri e oggi. Per molti, governatore compreso, uno scenario che fa ritornare alla mente l’alluvione del 2010

“Questa volta però eravamo pronti – commenta – anche grazie alle 23 opere (dieci delle quali ancora in fase di realizzazione ndr) portate in dote dal ‘piano Marshall’ che abbiamo messo in campo dopo il 2010“.

Bottacin, Zaia e il comandante interregionale dei Vigili del Fuoco Loris Munaro 

Camicia bianca e giubbetto della Protezione Civile assieme al suo fidato assessore delle emergenze Gianpaolo Bottacin il governatore Zaia dalla sede della Protezione Civile di Mestre ha fornito un primo bilancio della situazione. Non prima però di aver ricordato come entrare in quel bunker “gli rievochi i ricordi del Covid, una tragedia che non vorremo mai aver voluto affrontare“. 

“Se possiamo affermare di aver retto l’urto dell’ondata di maltempo è sicuramente grazie alla precisione dei modelli matematici previsionali e alle opere messe in cantiere nel 2010 con uno stanziamento di oltre due miliardi di euro – ribadisce il governatore – come, ad esempio, i bacini di laminazione di Caldogno, Montebello e Muson a Riese”.

Il presidente della Regione Luca Zaia

Ma non è perché l’acqua sia rimasta all’interno del greto la forza dei fiumi non abbia causato danni strutturali: “dobbiamo fare le radiografie agli argini – aggiunge Zaia – e vedere che danni ci hanno portato in dote questi giorni”. 

Ma ora non è sicuramente il momento di abbassare la guardia “siamo ancora in fase di allerta – aggiunge Zaia – con alcuni allarmi rossi, rispetto ad esempio al livello del Tagliamento, in crescita, e un vigile del fuoco disperso, di cui si continuano le ricerche”.

L’assessore regionale Gianpaolo Bottacin

I numeri sono quelli di una vera e propria emergenza per la quale è già stato dichiarato lo stato di calamità, esteso a tutti i Comuni della Regione: 258 gli interventi dei Vigili del Fuoco, quasi 900 i volontari di Protezione civile impegnati: questi i numeri dell’attività dall’unità di crisi, coordinata dall’assessore Bottacin su delega del presidente Zaia.

“A causa dell’abbondante acqua caduta – ha spiegato l’assessore – si sono verificati smottamenti, frane, colate detritiche, distribuite nella fascia prealpina delle province di Verona, Vicenza, Treviso. La fascia costiera, interessata da venti forti che hanno superato i 130 Km/h, è stata interessata da mareggiate intense, in particolare a Caorle e Jesolo”. Mentre il picco delle precipitazioni è avvenuto in Cansiglio con 178 mm di acqua caduta al suolo. Domani mattina è prevista una nuova perturbazione, seppur di entità più contenuta rispetto alla precedente.

Zaia: “Giusta la chiusura delle scuole”

Quella di annullare le lezioni per la giornata di oggi, secondo Luca Zaia è stata una scelta giusta presa dall’unità di crisi coordinata dall’assessore Bottacin. “Ne avevamo parlato anche nei giorni scorsi – aggiunge – il nostro compito è quello di far collimare l’interesse dei cittadini con quello che viene prima di tutto: ovvero la loro incolumità“. 

Il Veneto e il problema delle nutrie

“È innegabile che il piano per debellare le nutrie (che prevede la cattura in alcuni periodi dell’anno ndr) non stia funzionando – aggiunge il governatore – sto dalla parte degli animali ma è pur vero che in questo caso tutte le gallerie che le nutrie fanno nei nostri argini diventano delle vie per l’uscita dell’acqua e per lo sfondamento degli argini“. 

Perché non è arrivato il messaggio IT-Alert?

Molti i cittadini, dopo il test avvenuto anche in Veneto nel mese di settembre che si sono chiesti come mai non abbia funzionato il sistema di allerta nazionale in caso di aventi come quello di ieri. 

“La risposta è molto semplice. Perché non è ancora pronto – spiega Bottacin –. Il sistema è gestito dalla Protezione Civile Nazionale che dopo aver effettuato i test nelle varie regioni ha notato alcuni errori che stanno sistemando”.

Intanto, Anas informa che “in Veneto permane la chiusura della strada statale 51 “Alemagna” a Fadalto di Vittorio Veneto, e della statale 52 “Carnica” tra Cima Gogna e Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno, per frana e caduta massi”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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