Si respira un clima ostile in Italia a causa della contrapposizione tra le persone che hanno deciso di vaccinarsi contro il Covid-19 e quelli che in molti continuano a chiamare “no-vax”, le persone che per svariati motivi non si sono ancora vaccinate.
Ieri, a margine dell’incontro di presentazione dei candidati della Lega al consiglio comunale di Conegliano, il presidente Luca Zaia ha parlato delle minacce alla sua persona.
Esiste infatti un’inchiesta per le intimidazioni e gli insulti giunti al presidente sui suoi profili social: il governatore sarebbe stato preso di mira per le posizioni a favore dei vaccini e in generale per la lotta che la Regione Veneto sta conducendo contro il Covid.
“Penso che dobbiamo andare avanti e che sia innegabile che i vaccini funzionino – ha commentato Zaia – L’80% dei nostri ricoverati sono persone che non si sono vaccinate, sto parlando delle terapie intensive. Non si deve far colpa a nessuno, la vaccinazione è volontaria. Però è pur vero che, soprattutto in un ambito di volontarietà, non è che tu ricevi minacce perché promuovi l’accesso ai vaccini, organizzi un centro vaccinale o una terapia intensiva”.
“Nell’ambito e nel rispetto della libertà di tutti – ha aggiunto il presidente – è giusto però che chi vuole vaccinarsi abbia il servizio per farlo”.
A fine 2020 un fascicolo era stato aperto anche dalla Procura di Treviso, dopo una serie di incursioni sotto l’abitazione di Zaia da parte di manifestanti che contestavano il suo operato contro l’epidemia e mettevano online filmati che riprendevano dettagliatamente la sua abitazione privata.
Nel punto stampa di venerdì il presidente aveva commentato le misure di estensione del Green pass: “Penso che vada nella direzione di sostenere la campagna vaccinale nel rispetto delle idee di tutti, per carità, però è pur vero che noi siamo molto preoccupati dell’inizio di questa invernata. Noi abbiamo un appuntamento con la storia che sarà lunedì, il 13 apriranno le scuole. Saremo presenti in molte scuole per testare il grado di circolazione del virus con i tamponi salivari e gli screening”.
“Penso che le due sfide che abbiamo adesso per l’autunno saranno sicuramente fare screening nelle scuole ed evitare che si diffondano focolai importanti – conclude – Dall’altro c’è da dire che l’altra nostra preoccupazione è quella di mettere in sicurezza gli anziani. Si parla di terza dose da somministrare ai fragili (160 mila in Veneto), possibilmente dopo i 28 giorni dall’ultima inoculazione, e dopo i 6 mesi per le altre categorie“.
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