Minacce no vax e un proiettile in una busta per l’immunologa Antonella Viola. Zaia: “Triste e preoccupante”. Tensioni per l’obbligo vaccinale per gli over 50

Anche il presidente Luca Zaia ha voluto manifestare la sua vicinanza ad Antonella Viola, l’immunologa che dirige l’istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza di Padova che ha subito delle pesanti minacce da alcune persone contrarie ai vaccini contro il Covid.

L’immunologa, che ora è finita sotto scorta, ha ricevuto una lettera di minacce, rivolte a lei e alla sua famiglia, contenente un proiettile con un testo nel quale, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, si trova questo scritto: “Se non cambia le sue interviste dicendo che i bambini non vanno vaccinati saremo ben lieti di colpire lei e la sua famiglia. Tranquilla, non morirà nessuno ma due pallottole calibro 22 … fanno solo un gran male. Non seguiranno altri comunicati”.

“Esprimo ad Antonella Viola tutta la mia solidarietà – commenta il governatore del Veneto -, umana e istituzionale. Mai avrei pensato che in un Paese civile si potesse arrivare a minacciare una scienziata che, come molti altri, sta combattendo in prima persona per curare e salvare vite dall’attacco del Covid. Purtroppo dobbiamo prendere atto che alcune frange della popolazione si sono lasciate andare in una sorta di conflitto sociale contro chiunque si adoperi per arrivare a sconfiggere il virus”. 

“È triste e preoccupante – continua -, ma è così, e la risposta è una sola: continuare nella battaglia, nella ricerca, nella cura, nel lavoro per affermare la fondamentale cultura della salute pubblica come bene primario di ogni cittadino. La professoressa Viola non è sola perché al suo fianco ci siamo praticamente tutti. Tutti quelli che, a cominciare dai semplici cittadini, non chiedono altro che di sconfiggere per sempre il Covid e sono grati a chi si impegna in trincea, come Antonella Viola e molti altri, medici, ricercatori, scienziati, amministratori”.

“Speravo di tenere la notizia sottotraccia ma, come avrete letto, non è stato possibile – si legge in un post pubblicato dalla dottoressa Viola su Facebook – Sì, confermo di aver ricevuto una busta contenente una lettera di minacce ed un proiettile. Mi si ordina di dire che i bambini non devono essere vaccinati o spareranno a me o alla mia famiglia. Questi sono i no vax che sanno solo odiare, rifiutare logica e leggi, creare tensione e violenza”.

“Sono ovviamente amareggiata perché ho speso gli ultimi 2 anni a servizio della collettività – conclude -, senza risparmiarmi, sottraendo tempo alla mia famiglia e a me stessa. Sono incazzata con chi strizza l’occhio a certa gente, a chi mette in dubbio la nostra serietà e libertà da qualunque condizionamento. Ma continuerò a fare del mio meglio per dare voce alla scienza e parlare a chi vuole ascoltare. Sempre guidata da etica, responsabilità e amore”.

Intanto cresce il malcontento di una frangia della popolazione italiana per il nuovo decreto legge del governo Draghi sulle misure urgenti per fronteggiare l’emergenza Covid, in particolare nei luoghi di lavoro e nelle scuole.

Il testo introduce l’obbligo vaccinale, a partire dal 15 febbraio 2022, per tutti coloro che hanno compiuto i 50 anni; per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età, inoltre, sarà necessario il Green Pass rafforzato per l’accesso ai luoghi di lavoro a far data dal 15 febbraio prossimo.

È esteso l’obbligo di Green Pass cosiddetto “ordinario” a coloro che accedono ai servizi alla persona e inoltre a pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari e attività commerciali, fatte salve le eccezioni che saranno individuate con atto secondario per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona.

Per la scuola cambiano le regole per la gestione dei casi di positività: nella scuola dell’infanzia, già in presenza di un positivo è prevista la sospensione delle attività per una durata di dieci giorni.

Nella scuola primaria con un caso di positività si attiva la sorveglianza con testing: l’attività in classe prosegue effettuando un test antigenico rapido o molecolare appena si viene a conoscenza del caso di positività (T0), test che sarà ripetuto dopo cinque giorni (T5).

In presenza di due o più positivi è prevista, per la classe in cui si verificano i casi di positività, la didattica a distanza (Dad) per la durata di dieci giorni.

Per le scuole secondarie di I e II grado le regole sono diverse: fino a un caso di positività nella stessa classe è prevista l’auto-sorveglianza con l’uso, in aula, delle mascherine Ffp2.

Con due casi nella stessa classe è prevista la didattica digitale integrata per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni, che sono guariti da più di 120 giorni o che non hanno avuto la dose di richiamo. 

Per tutti gli altri, è prevista la prosecuzione delle attività in presenza con l’auto-sorveglianza e l’utilizzo di mascherine Ffp2 in classe; con tre casi nella stessa classe è prevista la Dad per dieci giorni.

(Foto: Facebook).
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