Sono circa 150 i casi di molestie segnalati a Rimini durante la recente Adunata nazionale degli Alpini, con una denuncia e l’imbarazzo generale delle Penne nere. Episodi che si sono verificati lo scorso fine settimana tra i festeggiamenti di una maggioranza maschile, di età e provenienze diverse, che ha celebrato l’amicizia e festeggiato in onore dei tempi passati, ma anche molte donne e intere famiglie, che hanno condiviso il momento, come succede ogni anno.
In effetti, la presenza femminile all’interno dell’Ana è in crescita: le donne compongono il 25% degli aggregati e il 3-4% degli alpini, considerando un circa 10% di donne tra gli Alpini attualmente in armi.
A rappresentare loro e gli altri soci, per un totale di quattrocento mila persone, è il presidente nazionale, il possagnese Sebastiano Favero (nella foto d’archivio), che ha saputo con dispiacere la notizia di un fenomeno così diffuso e che chiederà supporto alle Forze dell’ordine nel gestire le attività non ufficiali durante le adunate, promettendo opere di sensibilizzazione nel prossimo futuro.
Presidente Favero, come commenta queste denunce?
Mi dispiace, i fatti che sono stati segnalati vanno condannati. Se saremo capaci di trovare i responsabili, al di là della giustizia, cercheremo di intervenire come associazione, anche a tutela dell’Associazione stessa. Dal punto di vista umano, non mi resta che chiedere scusa per questi fatti a nome degli Alpini a quelle donne che sono state in qualche modo offese o molestate.
Avete in discusso in consiglio nazionale di questo caso e come vi preparerete alle prossime adunate? Ne terrete conto?
Sì, dovremo comprendere bene tutto il quadro e certamente prendere provvedimenti più drastici di quelli che avevamo preso preventivamente. Avevamo infatti già mandato ai gruppi e alle sezioni dei punti sulle modalità di comportamento da adottare durante le manifestazioni e uno dei punti riguardava proprio l’evitare le molestie. Quello che dovremo concertare con le Forze dell’ordine, che sono preposte a questo, è tutto ciò che succede fuori dalle manifestazioni ufficiali. Questo perché durante le cerimonie abbiamo un controllo su quello che succede – durante gli eventi ufficiali non sono stati segnalati problemi come questi – ma specialmente alla sera inizia la parte ufficiosa. E infatti proprio questa è la fase che abbiamo anche segnalato al Prefetto e al Questore come momento in cui c’è bisogno di un supporto e un’attenzione superiore, perché qui qualche problema può succedere sia come associati, sia per atti di componenti esterni (in altre occasioni, sono stati riscontrati atti vandalici da parte di persone estranee al mondo alpino). Non vogliamo che si confonda il mondo degli alpini con questi atti di molestie, che non hanno niente a che fare con l’associazione e che condanniamo fermamente.
In questi tempi moderni, se la leva fosse ancora valida e coinvolgesse anche le ragazze, secondo lei questo aiuterebbe a ridurre la possibilità di casi simili?
Guardi, noi di ragazze all’interno ne abbiamo già. Sono provenienti dal periodo post leva, ovviamente, ma ce ne sono anche alcune capogruppo. Alcune ragazze dicono che non hanno mai avuto episodi di questo tipo: c’è una ragazza trevigiana, per esempio, che ha affermato di aver fatto quindici adunate senza mai aver avuto un episodio simile. C’è da capire perché questa problematica quest’anno ha raggiunto questa dimensione: sono circa 150 i casi segnalati. Certo, dalla prefettura segnalano che c’è una sola denuncia, ma questo non vuol dire niente: un certo fenomeno c’è e quello che è certo è che porteremo avanti delle iniziative di sensibilizzazione, sia a livello nazionale, con le 80 sezioni italiane, sia per le 29 all’estero.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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