Natura e fisica in gabbia. L’intelligente design delle tane dei cani della prateria

Un cane della prateria

Vedere un cane della prateria, da solo, in una gabbia posta sopra ad un tavolo d’epoca di una cantina mi crea non poche difficoltà pensando al disagio che deve provare quel povero animale. Non ho mai capito la necessità di accudire specie selvatiche credendole domestiche. O forse si, ma non voglio scrivere delle pessime mode umane quanto del prigioniero che non smette di fissarmi.

Provo a coinvolgere la padrona di casa sull’attuale sventura della bestiola prendendola, come si dice, alla larga. Originari delle immense praterie nordamericane, i cani delle praterie sono una specie gregaria, hanno bisogno di vivere assieme. Senza rapporti sociali, vivono male, fino ad ammalarsi e morire.

Mi gioco anche la carta del transfer della calura estiva per raccontare che ci troviamo di fronte ad una convergenza tra la biologia e la fisica, una vera e propria genialità ingabbiata. Proviamo ad immaginare una giornata afosa nella prateria. Il sole cocente fa ribollire l’aria sopra il terreno, mentre nelle profondità delle tane scavate dai cani della prateria, la vita continua serenamente. L’aria calda e stagnante in superficie contrasta con l’aria più fresca e densa che si trova più in basso. È proprio questa differenza di pressione, generata dalla diversa altezza delle aperture, a mettere in moto il meccanismo di ventilazione. L’aria inizia a muoversi, circolando all’interno delle tane, portando via il calore e mantenendo un ambiente fresco e respirabile.

Le tane dei cani della prateria sono un capolavoro di ingegneria naturale, frutto di un’intuizione innata e di una conoscenza silenziosa delle leggi della fisica. Queste dimore sotterranee non sono semplici buche nel terreno, ma complessi sistemi di ventilazione. Le aperture sono distribuite a quote diverse, un dettaglio fondamentale che sfrutta le differenze di pressione per creare un flusso d’aria costante attraverso le camere sotterranee.

I cani della prateria, senza aver mai studiato un libro di fisica, hanno saputo comprendere e applicare questo principio con straordinaria precisione. Attraverso tentativi ed errori, generazione dopo generazione, hanno perfezionato le loro tane fino a renderle delle vere e proprie opere d’arte funzionali. Ogni apertura, ogni cunicolo, ogni camera è posizionata strategicamente per sfruttare al meglio le risorse naturali, dimostrando come la natura possa essere un’insegnante impareggiabile.

Perché quindi rinchiudere una creatura che si è evoluta per vivere in gruppo e sotto terra, e tenerla isolata su un tavolo?

(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it).
(Articolo di proprietà di: Dplay Srl riproduzione riservata)
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Related Posts