Nuova edizione della Regata storica di Venezia, tra secoli di tradizione e sport

Tradizioni popolari, sfida e competizione, storia e convivialità: è questo il giusto mix che si potrebbe attribuire allo spettacolare appuntamento di Venezia della Regata storica, l’iniziativa che la città lagunare organizza ogni anno, la prima domenica di settembre.

Un’edizione che ha assistito alla vittoria, nella regata delle donne sulle mascarete, del duo Silvia Bon e Debora Scarpa, mentre i campioni dei gondolini sono stati Matteo Zaniol e Nicolò Trabucco.

Una “festa del remo”, così come viene anche denominata, molto sentita dai veneziani e tra gli eventi dell’anno più attesi, specialmente dalle associazioni sportive, considerato che è ritenuto uno dei momenti clou del calendario cittadino e, allo stesso tempo, un’ottima occasione di visibilità per gli sfidanti di voga.

Ogni anno, infatti, si avverte un forte senso di competizione tra i vogatori (acclamati dai loro sostenitori, che si tramandano questa passione di generazione in generazione) e, a dimostrazione di ciò, non mancano contestazioni su presunte irregolarità.

La manifestazione si svolge lungo il Canal grande, tra i sontuosi palazzi storici della città, richiamando numerosi turisti e visitatori che, curiosi dell’evento, si posizionano lungo le rive.

Nel passato era un modo per incontrare le autorità cittadine e chi vinceva la regata, otteneva addirittura in premio una licenza da gondoliere.

Ma quando è nata la Regata storica?

Una Regata presente da sempre ma dalle origini incerte

Forse non proprio tutti sanno che già dai tempi della Serenissima era una consuetudine praticare la voga, considerata una maniera utile per passare il tempo libero, oltre a servire al trasporto di persone e del pesce.

Tale pratica sportiva veniva incoraggiata dal governo della città, perché rinvigoriva gli equipaggi, così potenzialmente pronti per eventuali situazioni di conflitto in mare.

Una tradizione che ha visto coinvolto anche il mondo femminile, con le “donne regatanti” già dal Settecento.

Diversamente da quanto si potrebbe pensare, le origini della Regata storica di Venezia non sono poi così certe e il termine “regata” comparve, per la prima volta, nel Duecento, più precisamente nel 1274, anche se si suppone che la tradizione avesse radici ancor più lontane.

Un’immagine d’epoca della Regata storica

Solo nel Trecento arrivò un decreto che regolamentava lo svolgimento della regata, facendo sì che diventasse ben presto uno degli spettacoli di vanto e di maggior orgoglio per la città lagunare.

In passato le regate non si svolgevano sul Canal Grande, bensì in aperta laguna e venivano indette dalla Compagnia della Calza (ovvero una di quelle compagnie di nobili veneziani che organizzavano la vita di spettacolo della città), per poi diventare materia esclusiva dello Stato veneziano.

La tradizione della regata si mantenne intatta anche dopo la fine della Serenissima e sotto la dominazione straniera: ne venne organizzata un’edizione anche in onore dell’imperatore d’Austria.

Si interruppe poi nel 1848, anno dell’insurrezione della città, fino all’annessione di Venezia al Regno d’Italia.

La regata divenne “storica” nel 1899 grazie al sindaco del tempo, Filippo Grimani, il quale propose anche l’organizzazione del corteo storico di apertura, con imbarcazioni ricostruite sulla base dei disegni e delle stampe d’epoca.

Fu nel secondo dopoguerra che il corteo venne associato alla rievocazione dell’arrivo in grande stile a Venezia della regina di Cipro, Caterina Cornaro, costretta ad abdicare nel 1489 a favore della Repubblica di Venezia, in cambio di un vitalizio e della signoria di Asolo.

Un altro stop della tradizione avvenne il 1° settembre 1939, con l’invasione della Polonia dalla Germania (la regata avrebbe dovuto svolgersi il giorno dopo e venne annullata), che durò per tutto il secondo conflitto mondiale, tranne nel 1942, quando un’edizione artificiosa venne allestita dalla casa cinematografica Sol per il film “Canal Grande”.

Poi la tradizione venne ripresa, senza interruzioni, dal 1946, anno in cui divenne la “Regata della Liberazione”.

Esistono altri appuntamenti che precedono la Regata: il più folkloristico è sicuramente il “Disnar per la storica” (svoltosi lo scorso 25 agosto), dove le associazioni remiere e della città allestiscono delle tavolate gratuite nei punti strategici della città (quest’anno sono stati 14).

I “bigoi in salsa”

Ogni famiglia porta qualcosa da mangiare, per lo più piatti della tradizione, che comprende “bigoi in salsa” e “sarde in saor” (quest’ultimo un piatto nato dalla necessità dei pescatori di conservare il pesce durante le traversate). Tradizione che conta anche le “seppie del Redentore” (piccole seppioline della Laguna), il risotto al nero di seppia, la granseola e le “moeche”, granchi fritti e proposti con la polenta.

Un modo per vivere assieme l’attesa della regata e per promuovere la convivialità tutta veneziana, che si respira anche in altre ricorrenze, come la Madonna della Salute (21 novembre) e la Festa del Redentore a luglio.

Giovedì 31 agosto Campo della Salute ha invece accolto la tradizionale benedizione dei gondolini, con la presentazione degli equipaggi.

Le fasi della manifestazione

Tra le peculiarità che hanno contraddistinto questa edizione, sicuramente c’è stato il passaggio della Fameja dei Zatèr e Menadas de la Piave di Codissago (Longarone, Belluno), che ha percorso il Canal Grande con a bordo i rappresentanti delle associazioni europee.

Un modo per ricordare il legame tra Venezia e le località lungo il Piave, che rifornivano la Serenissima del legname dei boschi. Ma, allo stesso tempo, celebrare il Gemellaggio Adriatico con la città di Longarone, avvenuto durante la Festa della Sensa dello scorso 21 maggio.

Un fatto significativo, considerato che quest’anno ricorrono i 60 anni dalla tragedia del Vajont.

Tutto ha lasciato posto al suggestivo corteo storico, una sfilata lungo il Canal Grande di imbarcazioni con i figuranti in costume, accompagnati dalle imbarcazioni delle associazioni remiere di voga alla veneta.

Il percorso affrontato ha visto come tappe il Bacino di San Marco, il Canal Grande, Rialto, l’area della ferrovia, con l’arrivo ancora una volta in Canal Grande, fino a Ca’ Foscari.

La parte storico-folkloristica ha lasciato spazio alle gare vere e proprie, inaugurate della regata delle Maciarele e delle Schie (su imbarcazioni a due remi), dedicate ai giovanissimi e suddivise per età, ovvero rispettivamente fino ai 10, 12 e 14 anni.

Poi è stata la volta della regata dei giovanissimi sui pupparini a due remi (e dalla poppa slanciata) e delle caorline (imbarcazioni usate anche per la pesca, che rappresentano i sestieri della città) a sei remi. Una gara che, nel tempo, si è allargata a tutto il litorale, coinvolgendo anche Jesolo e Caorle.

Successivamente è stato lasciato spazio alla sfida internazionale tra i galeoni delle università, che ha visto sfidarsi tra loro l’equipaggio degli atenei di Ca’ Foscari-Iuav, vincitore della competizione, contro quelli di Copenhagen, Lubiana, Padova e Vienna.

Fino a concludere con la regata delle donne su mascarete (imbarcazioni per la pesca a due remi) e degli uomini sui gondolini a due remi (che richiede una grande capacità di equilibrio): quest’ultima è considerata la gara più attesa (una sorta di “formula uno” a remi, su un percorso acqueo di 7 chilometri) e simbolica della regata, che segna la conclusione della manifestazione.

Una manifestazione, la Regata storica che, nonostante il passare del tempo, riesce a mantenere ancora intatta tutto il proprio fascino.

(Foto: per gentile concessione di Carolina ZanoniWikipedia. Video: archivio Qdpnews.it).
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