Nuovo alleato per il Patrimonio delle colline di Conegliano e Valdobbiadene: insediato oggi il comitato scientifico


Si è insediato oggi, martedì 30 giugno 2020, a palazzo Balbi a Venezia il comitato tecnico scientifico che affiancherà l’associazione per il Patrimonio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene nel suo percorso di valorizzazione di un sito unico al mondo.

Sono sei i componenti di grande valore che daranno il loro importante contributo nella gestione e conservazione di questo sito Unesco: Amerigo Restucci, Mauro Agnoletti, Giuseppe Blasi, Enzo Miceli, Vasco Boatto e Ugo Soragni.

L’insediamento del comitato scientifico che supporterà l’associazione è stato preceduto dall’intervento del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che si è concentrato sul piano di gestione del sito che dovrà tener conto delle specificità di un territorio che merita di essere conosciuto anche per le sue realtà meno note al grande pubblico.

Un obiettivo importante sarà quello di far percepire al turista cosa voglia dire veramente visitare un sito Patrimonio dell’Umanità, grazie a questo riconoscimento che ha permesso a questo angolo dell’Alta Marca Trevigiana di stare al fianco di realtà di fama mondiale come le piramidi o le cascate del Niagara.

Un’altra sfida importante sarà quella di preservare un vero e proprio museo a cielo aperto con un’attenzione particolare alla storia e all’identità della gente che, grazie al duro lavoro nel ricamare le colline di Conegliano e Valdobbiadene, ha reso speciali questi luoghi.

L’opera dell’associazione e del comitato scientifico, secondo le parole del governatore Zaia, potrà anche incidere su qualche punto nero cercando di intercettare finanziamenti europei e altre risorse destinate a specifici progetti di riqualificazione.

“Sarà importante il censimento dei vecchi casolari e fabbricati – ha affermato Zaia – e non è prevista la costruzione di nuovi alberghi perché avremo la possibilità di valorizzare l’albergo diffuso sul territorio per nuove opportunità per chi vive e lavora in quest’area. Le colline di Conegliano e Valdobbiadene non sono solo il più recente degli 8 siti Unesco del Veneto, ma devono diventare il sito-laboratorio per la tutela del paesaggio e del territorio e il centro di coordinamento della rete dei patrimoni Unesco del Veneto, Regione che vanta il primato dei “Patrimoni dell’Umanità” tra i 55 italiani”.

Il comitato tecnico-scientifico, presieduto da Amerigo Restucci, già rettore dello Iuav di Venezia, e l’associazione guidata da Marina Montedoro hanno già messo in cantiere le attività future per la valorizzazione del paesaggio del sito Patrimonio dell’Umanità, in particolare il piano di gestione dell’area Unesco che dovrà coordinare tutte le pianificazioni per conservare l’integrità dei valori e promuovere lo sviluppo integrato delle risorse dell’economia locale.

“Le colline saranno un museo “open air” del patrimonio naturalistico e antropico, una occasione di alta valorizzazione dei valori identitari del territorio e della sua gente – prosegue Zaia – Ricordo che le colline del Prosecco sono l’unico paesaggio agricolo che ha ottenuto il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità per i suoi straordinari valori identitari di “agricoltura eroica”, le singolari caratteristiche paesaggistiche, dai ciglioni alle rive, la ricchezza della sua storia e dei suoi insediamenti: la presenza dell’uomo in queste colline è elemento di vanto e di qualificazione del paesaggio”.

“Le colline di Conegliano e Valdobbiadene non saranno i “parenti poveri” dello Champagne o delle Langhe o di altri paesaggi vitivinicoli – conclude – Dovremo riqualificare qualche punto “grigio” dell’area ma a livello europeo ci sono gli strumenti ad hoc per intervenire. E la Regione Veneto, dal canto suo, si è già dotata degli strumenti di pianificazione per intervenire, valorizzare l’architettura rurale esistente e sanare gli interventi meno in linea con la bellezza del paesaggio e la vocazione dell’area”.

“È bene ricordare che questo sito Unesco – spiega il professor Restucci – è il sito della valorizzazione vitivinicola e del Prosecco ma conserva anche i segni dal lavoro dell’uomo che per secoli ha saputo mantenere il paesaggio. D’altro canto, è un paesaggio che è stato ben raccontato dalla pittura veneta del Cinquecento e oggi, tranne qualche smagliatura, girando si ritrova proprio quello che c’è dietro le madonne del Cima da Conegliano. Questo patrimonio deve essere preservato e il piano di gestione sarà l’elemento operativo di tutto quello che è scritto nel dossier che ci ha permesso di diventare l’ottavo sito Unesco del Veneto”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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