“Lo scorso agosto il Veneto è stato la prima regione in Italia, insieme all’Emilia Romagna, a vedere approvato dalla Commissione Europea il Programma Regionale FSE+ 2021-2027, che prevede interventi per l’occupazione e il miglioramento della vita dei cittadini veneti pari a oltre un miliardo di euro. Ora siamo pronti a partire con un primo pacchetto di risorse, pari a oltre 25 milioni di euro, per sostenere i progetti di inserimento lavorativo per le persone più fragili e più a rischio di esclusione sociale. Le politiche per il lavoro del Veneto sono riconosciute come punto di riferimento a livello nazionale ed europeo. Vogliamo continuare ad investire per dare risposte puntuali nel campo dell’occupazione, soprattutto alle persone con maggiori difficoltà e bisogni”.
Così il presidente della Regione Luca Zaia annuncia l’approvazione da parte della Giunta veneta, su proposta dell’assessore al lavoro Elena Donazzan, dei primi bandi del Programma Regionale FSE e FSE+ 2021-2027 nella priorità “Occupazione”.
“Stiamo lavorando con questo primo pacchetto di risorse, da oltre 25 milioni di euro, destinato a far entrare nel mondo del lavoro persone fragili e a maggior rischio di esclusione – spiega in dettaglio Donazzan –. Si tratta di lavorare sulla personalizzazione dei bisogni delle persone fragili. Infatti, 10 milioni sono indirizzati all’apprendistato professionalizzante, 10 milioni a work experience, 5 milioni ai lavoratori di pubblica utilità e 150mila euro, aggiuntivi rispetto a quanto già previsto dal programma GOL, per i voucher di conciliazione”.
“Uno dei progetti più apprezzati dalla Commissione Europea nella scorsa programmazione è stato quello che ha previsto di indirizzare a lavori di pubblica utilità i cittadini esclusi dal mercato del lavoro – sottolinea l’assessore regionale al lavoro del Veneto -. Grazie a questa iniziativa, con esperienze di lavoro temporaneo al servizio delle pubbliche amministrazioni, abbiamo aiutato persone fragili, ottenendo anche il risultato di migliorare i servizi che si erogano ai cittadini. Lo stesso vale per l’apprendistato che dà priorità di formazione ai lavoratori svantaggiati con un minor livello di scolarizzazione, perché a maggior rischio di esclusione dal mercato del lavoro, formandoli per quanto riguarda le competenze base e trasversali”.
“In questo momento in Veneto abbiamo 277.300 disoccupati iscritti ai Centri per l’Impiego – conclude Donazzan –; il 22 per cento di questi è giovane, il 45 per cento ha il titolo di studio “scuola media” e sono quelli più a rischio. A loro vanno aggiunti gli inattivi, i Neet, giovani che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione. A tutte queste persone senza occupazione ci rivolgiamo con le misure e le azioni che mettiamo, in campo a partire dal rafforzare le loro competenze e i profili professionali”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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