Oggi a Roma la COP 16 bis sulla Biodiversità

Dopo l’interruzione dei lavori a Cali lo scorso novembre, la COP16 bis sulla Biodiversità si prepara a riaprire i battenti a Roma. Dal 25 al 27 febbraio 2025, la sede della FAO ospiterà questo cruciale secondo round di negoziati, dove i rappresentanti mondiali cercheranno di raggiungere accordi rimasti in sospeso sulla conservazione della biodiversità e il ripristino degli ecosistemi.

L’ambizione della conferenza si riflette nei suoi obiettivi finanziari: la mobilitazione di risorse punta a raccogliere 200 miliardi di dollari annui entro il 2030 per la tutela della biodiversità. Parallelamente, si mira a un drastico taglio degli incentivi dannosi, con l’eliminazione di sussidi per 500 miliardi di dollari all’anno che attualmente sostengono pratiche agricole inquinanti e infrastrutture inefficienti.

Un passo significativo verso una gestione più equa delle risorse sarà la creazione di un nuovo meccanismo finanziario, pensato per operare in autonomia rispetto al Fondo mondiale per l’ambiente (GEF). Questa novità risponde alle critiche sulla scarsa autonomia decisionale nei confronti dei paesi non industrializzati e delle comunità indigene, proponendo un sistema che possa gestire e distribuire le risorse in modo più equilibrato, attingendo da fonti bilaterali, private e filantropiche.

La conferenza affronterà anche la sfida della misurazione dei progressi, sviluppando strumenti di monitoraggio per valutare l’avanzamento verso i 23 obiettivi stabiliti dall’Accordo di Kunming-Montreal. Questo sistema di valutazione si rivela fondamentale per garantire una rendicontazione trasparente e regolare dei progressi compiuti, in vista della prossima COP17.

Un aspetto innovativo dell’agenda riguarda il coinvolgimento degli attori non statali. La conferenza punta a rafforzare il ruolo delle popolazioni indigene e delle comunità locali, riconoscendo il loro contributo fondamentale nella tutela degli ecosistemi. Inoltre, si cercherà di includere impegni specifici da parte di giovani, donne, società civile e settore privato, ampliando la base di partecipazione alle strategie globali per la biodiversità.

Il contesto in cui si svolge la COP16 bis rimane complesso, segnato dalle persistenti divisioni tra Nord e Sud del mondo e dagli scarsi risultati ottenuti sia nella precedente sessione di Cali sia nella recente COP29 sui cambiamenti climatici a Baku. Tuttavia, l’appuntamento di Roma rappresenta un’opportunità cruciale per superare queste divergenze e costruire una strategia condivisa per affrontare le sfide ambientali globali. La posta in gioco è alta: dal successo di questi negoziati dipende la capacità della comunità internazionale di proteggere efficacemente la biodiversità del nostro pianeta per le generazioni future.

(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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