Oggi due anni di Covid. Zaia: “Una tragedia planetaria. Mai avrei pensato di vedere i miei veneti morire a causa di un nemico difficilmente misurabile”

Nel punto stampa di oggi, lunedì, il presidente della Regione Luca Zaia, sottolineando che ormai è iniziata la fase della convivenza con il Covid, ha ricordato i momenti più importanti di questi due anni di pandemia in Veneto, mettendo in luce l’importanza della sanità territoriale e del rapporto con i medici di base anche per le sfide del futuro.

“Siamo qui dopo 24 mesi – afferma Zaia – Io penso che oggi sia la giornata dei bilanci ma soprattutto dei ringraziamenti. Siamo arrivati qui perché siamo stati una squadra, cioè i veneti. Quindi ringrazio coloro che hanno curato materialmente e fisicamente i nostri cittadini: tutti i sanitari, senza distinzione di ordine e grado, i nostri 54 mila dipendenti della sanità, i 3 mila medici di base, gli oltre 500 pediatri di libera scelta, gli operatori delle case di riposo e delle Rsa e i volontari”.

“Dico anche che ringrazio tutti i veneti – continua -, perché io parlo con i miei colleghi e a volte si meravigliano del fatto che sia nata questa simbiosi con il popolo veneto. Se il Veneto oggi è così è perché comunque c’è stato un lavoro di squadra. Io guardo i dati e il 90% dei veneti è vaccinato: fa più rumore una pianta che cade di una foresta che cresce. La foresta che cresce è quella che ha creduto nel rispetto delle indicazioni e in un Piano di Sanità Pubblica. Io credo anche che questo Covid ci abbia innestato un sacco di esperienze che mai avremmo pensato di vivere”.

“Resterà negli annali quello che noi abbiamo vissuto e stiamo vivendo: una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità – prosegue – Questa tragedia è diventata, in virtù di questo mondo che è globalizzato e connesso, planetaria e mondiale. Questa epidemia mondiale ha fermato il mondo che da 24 mesi sta vivendo con i bollettini. Ringrazio anche i bambini, che sono stati la parte nobile di questa comunità che è sempre stata attenta ad ogni forma di informazione. Ricordiamoci che i bimbi e gli adolescenti sono quelli che hanno sofferto di più nell’essere chiusi in casa”.

Il presidente ha ringraziato anche i giornalisti, che per Zaia dovrebbero avere l’attestato di ‘inviati di guerra’, e ha avuto un pensiero per i disabili che hanno dovuto affrontare le difficoltà della pandemia.

Il governatore ha ricostruito i momenti più importanti dell’emergenza Covid in Veneto, ricordando che il 21 febbraio del 2020 c’è stata la scoperta dei primi due pazienti Covid all’ospedale di Schiavonia (entrambi vivevano a Vo’ Euganeo).

Il primo morto per Covid in Italia è stato il signor Adriano Trevisan, poi il presidente Zaia ha deciso tre cose: fare un tampone a tutti i cittadini di Vo’ Euganeo, chiudere l’ospedale di Schiavonia e mettere le tende riscaldate fuori dagli ospedali.

Vo’ Euganeo è stato chiuso, e si è deciso di chiudere anche il Carnevale di Venezia oltre alle scuole, ai cinema e ai teatri.

Il 24 febbraio sono iniziate le dirette di Zaia con i bollettini sull’emergenza Covid in Veneto, una delle comunità più informate al mondo sulla pandemia.

Il 1° marzo il Veneto è diventato zona rossa insieme all’Emilia Romagna, alla Lombardia e alle province di Pesaro, Urbino e Ancona.

Il 3 marzo è stato costituito il Comitato tecnico scientifico e Zaia aveva predisposto i contatti per avere un grosso aereo da inviare in Cina per caricare le macchine capaci di realizzare le mascherine.

A marzo sono arrivati anche i primi disegni dei bambini con le lettere per il presidente e il giorno 7 dello stesso mese è stato annunciato il lockdown (il lockdown inizia il 9 marzo e dura fino al 4 maggio).

L’11 marzo è stata “chiusa” l’Italia, ma i negozi di generi alimentari sono rimasti aperti; il 14 marzo è iniziata la campagna di tamponi on the road in Veneto (27 milioni di tamponi in Veneto dall’inizio dell’emergenza).

Il 15 marzo è partito il progetto dei 12 Covid Hospital e sono stati riattivati alcuni ospedali chiusi, come quello di Valdobbiadene, con 700 posti letto a disposizione.

Il 18 marzo Grafica Veneta ha donato 13 milioni di mascherine alla Regione mentre il 7 aprile sono arrivate le macchine per processare i tamponi.

In aprile il Veneto ha dato vita a 60 Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e sono stati assunti 517 medici; l’8 aprile il Qatar ha donato un ospedale alla Regione mentre il 12 maggio è nata la banca del plasma.

Il 13 luglio 2020 il dottor Roberto Rigoli ha presentato il primo test antigenico rapido nella sede della Protezione civile della Regione Veneto.

Il 2 ottobre, invece, è stato presentato il primo test fai da te e il 13 ottobre 2020 è iniziata la seconda ondata del Covid (il governo fa un nuovo Dpcm).

Il 3 novembre è stato istituito il coprifuoco dalle ore 22 alle 5 del mattino ed è iniziato il sistema a colori per le Regioni.

Nel Natale del 2020 l’Italia diventa zona rossa e Zaia anticipa la chiusura delle scuole.

Il 27 dicembre arrivano le prime 827 dosi di vaccino Pfizer e cambia la storia del Covid.

A gennaio 2021 non vengono aperte le scuole e il giorno 29 dello stesso mese il Veneto diventa zona gialla.

A febbraio 2021 iniziano le prime cure con gli anticorpi monoclonali (8 mila trattamenti in Veneto in totale).

Il 29 aprile 2021 vengono approvati i test salivari nelle scuole (500 studenti) e il 30 aprile c’è il record di vaccinazioni; il 13 maggio 2021 arriva il Generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, nei centri vaccinali di Mestre e Padova.

Il 9 settembre 2021 viene lanciato il progetto delle “Scuole sentinella” che poi verrà adottato a livello nazionale.

Il 16 dicembre 2021 inizia la vaccinazione per i bambini dai 5 agli 11 anni.

Il 7 gennaio del 2022 entrano in gioco le nuove pillole antivirali e, dopo due anni di pandemia, in Veneto sono state fatte 10.742.401 dosi di vaccino contro il Covid (popolazione veneta vaccinata al 90%).

“Ne viene fuori la storia sicuramente di una tragedia – aggiunge Zaia -, di una comunicazione non negata a nessuno e di una squadra che ha performato e ha innovato. È un percorso che ci lascia dei numeri: il giorno con più soggetti temporaneamente in isolamento è stato il 21 gennaio 2022 (294.389), il giorno con più ricoverati è stato il 3 gennaio 2021 (3.896), il giorno con più pazienti in terapia intensiva è stato sempre il 3 gennaio 2021 (401), il giorno con più test effettuati è stato il 24 gennaio 2022 (201.482), il giorno con più positivi è stato il 18 gennaio 2022 (25.166) e il giorno con più nuovi ingressi in terapia intensiva è stato il 29 dicembre 2020 (63)”.

Altri numeri: il giorno con più vaccini somministrati è stato il 15 gennaio (56.767), il giorno con più persone decedute è stato il 4 gennaio 2021 (122 persone), il totale delle persone decedute è 13.714 (il bilancio è di ieri), il totale delle persone guarite è 1.214.230, il totale dei ricoveri è 40 mila su 1.301.419 episodi di positività, il totale dei tamponi è 27.413.775 e le persone in Veneto con almeno un test sono state 4.523.464 (il 93,2% dei veneti ha avuto almeno un test).

In Veneto ci sono 70 hub vaccinali, più di 300 farmacie che partecipano alle vaccinazioni, 1600 operatori che lavorano negli hub vaccinali e più di 2700 medici che partecipano alle vaccinazioni insieme a più di 250 pediatri di libera scelta.

“Oggi abbiamo voluto darvi la storia di una tragedia – conclude – Oggi i ricoverati totali sono 1296, il nostro modello matematico sta centrando il dato (1192 in area non critica e 104 in terapia intensiva). È stata un’esperienza tragica, un incubo per tutti noi veneti, in particolar modo per chi l’ha vissuta in prima linea e per chi ha delle responsabilità. Mai avrei pensato di vedere i miei veneti morire a causa di un nemico difficilmente misurabile. Sembra la sceneggiatura di un film di fantascienza. Io penso che questa sia stata una tragedia che segnerà le nostre anime per sempre. Abbiamo scoperto di avere un popolo eccezionale che sono i veneti. Di vero c’è che c’è stata voglia di fare”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati