Oggi l’anniversario della fondazione della città di Venezia: una data avvolta da storia e leggenda

La tradizione vuole che il 25 marzo 421 sia la data di fondazione della città di Venezia: una data, tuttavia, avvolta ancora da alcune incongruenze e da leggende, che rendono suggestiva la storia del capoluogo lagunare.

Ma perché si attribuisce la nascita di Venezia proprio a quella data? Per la chiesa cattolica il 25 marzo corrisponde all’Annunciazione del Signore: una corrispondenza, pertanto, che conferisce un’aura significativa alla fondazione della città.

Per quanto riguarda l’anno, è da considerare il fatto che in quei secoli il territorio lagunare si stesse geograficamente plasmando, in quanto fiumi come Po, Adige, Brenta, Piave, Livenza, Tagliamento e altri fiumi minori, scendendo dalle Alpi o dalle Prealpi, trascinavano con sè verso il mare una grande mole di sabbia e fango.

Materiale che, verso la foce, dava vita a paludi e isolotti i quali, per le maree e le correnti, si trasformavano in lunghe strisce di terreno parallele alla costa, ovvero i lidi. Canali più o meno profondi s’insinuavano invece nel territorio, difficilmente accessibile da parte delle imbarcazioni.

Per questa ragione le popolazioni venete, alle prese con le continue invasioni da parte di Unni, Sarmati, Goti, Alani e Vandali, riconobbero in quest’area il luogo ideale dove rifugiarsi.

L’impero romano, da parte sua, fino ad allora aveva assicurato protezione alle popolazioni venete, contro gli invasori. Ma una leggenda narra che Alarico morì a Cosenza e probabilmente fu in quegli anni che la popolazione prese coscienza della necessità di tutelarsi da sola, grazie a quella che appariva come una fortezza naturale.

Nel frattempo, a Roma l’imperatore Onorio divenne sempre più debole, tanto che l’8 febbraio 421 il cugino Flavio Costanzo (Costanzo III) divenne co-imperatore grazie alle sue abilità di generale sul campo: quest’ultimo, però, morì improvvisamente il 2 settembre 421, data che metaforicamente segnò la debolezza di un impero.

Fu Padova a fondare la città di Venezia?

Tra le varie leggende che riguardano la città lagunare, ce n’è una secondo cui nel 421 un “regno” patavino inviò tre consoli a Rialto, per fondare la chiesa di San Giacomo (meglio conosciuta dai veneziani come San Giacométo), per fuggire alle invasioni.

Successivamente, nel 452, altri padovani si sarebbero lì trasferiti a causa della minaccia unna, per poi fare inspiegabilmente ritorno a Padova nel 695.

Nel 1801, però, un libro di memorie antiche (ecclesiastiche e profane) venne pubblicato dall’arciprete di Pernumia (nel Padovano), dove veniva evocato un primo decreto eseguito a Padova nel 421, nel quale venivano citati i tre consoli Publio Galieno di Fontana, Simeone dei Lanconi e Antonio di Calvo. Per poi citarne altri tre, ovvero Alberto Falato, Tommaso Candiano e Geno Daulo.

Nomi che, tuttavia, vennero ritenuti “spuri e favolosi” dallo stesso autore.

Ma come si è potuta tramandare nei secoli questa leggenda? Pare che nel 1405 la conquista di Padova da parte di Venezia avesse creato delle frustrazioni tra la popolazione.

A partire da Jacopo Dondi, prima cittadino veneziano con incarico di prestigio a Chioggia, poi docente di Medicina e Astrologia medica all’Università di Padova: per primo aiutò a costruire questa leggenda come sorta di “riscatto morale” di Padova su Venezia.

Ad aggiungersi a questo scenario anche l’incendio del 1420, che distrusse l’archivio in cui pare fossero presenti i documenti relativi alla fondazione della città lagunare. Non potendo dimostrare qualcosa che era andato letteralmente in fumo, per molti secoli questa storia fu presa per buona da diversi storici.

Qual è la storia più accreditata della fondazione di Venezia?

Dal 421, dopo un 30ennio di stallo, nel 452 circa 500mila Unni guidati da Attila attraversarono le Alpi Giulie, assediando Aquileia, distruggendola dopo tre anni di resistenza e uccidendo 37mila persone. La stessa sorte toccò a Opitergio, Giulia, Concordia, Altino, Padova, Ateste, Treviso, Verona e Brescia.

Il litorale veneziano divenne quindi meta sempre più ricercata dai “profughi dall’entroterra” ed è in questo lungo cammino che Venezia nacque, non tanto come città, ma piuttosto come una comunità che iniziava a darsi delle regole e che, nel 503, assegnò il potere esecutivo a un tribuno.

In seguito, dal 574, il potere venne suddiviso dapprima fra 10, poi 12 e infine 7 tribuni, con il compito di governare con un’assemblea popolare, assistiti da un consiglio di 40 cittadini.

L’istituzione di tribuni maggiori e tribuni minori, a seconda dell’importanza strategica delle singole isole, fu un ulteriore passo che diede vita a delle rivalità interne. Nel 696 fu convocata un’assemblea generale nella campagna di Eraclea, che elesse una presidenza composta da Cristoforo patriarca di Grado, Stefano Tiepolo, Orso Giustinian e Filippo Corelio.

La presidenza abolì il governo tribunizio nelle isole, nominando una presidenza provvisoria che, nel 697, portò poi alla nomina del primo Doge di Venezia, Paoluccio Anafesto.

Pertanto, è difficile stabilire i contorni precisi riguardanti la nascita di Venezia: ciò che pare certo, è che la lunga storia delle invasioni contribuì a dare forma a quella che sarebbe divenuta nel tempo la Serenissima.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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