Per Zaia serve un nuovo patto sociale con i cittadini: “Non si può andare avanti fino ad aprile con ordinanze e Dpcm”

Più di 3.000 ricoverati per Covid in Veneto con 107 morti per il Coronavirus nelle ultime 24 ore, anche se oggi, rispetto al mese di marzo, l’incidenza dei positivi sui tamponi è più bassa.

Il presidente Zaia ha spiegato che il 21 marzo, con 2.000 tamponi, si trovavano circa 400 contagiati mentre oggi, con 50 mila tamponi, si trovano circa 2.500 positivi.

I ricoverati sono ancora tanti perché arrivano molti più pazienti dei mesi scorsi in ospedale, visto che in questa seconda fase non c’è stato il lockdown e gli assembramenti sono il vero veicolo del virus.

Per il governatore Zaia i veneti ce la possono fare e “piegare la curva da soli sarebbe una forma di autonomia”, anche se serve molto impegno da parte di tutti.

Rispetto all’ultimo confronto con il governo, Zaia ha spiegato di aver richiesto norme più perequative e principi chiari dai quali partire prima di elaborare il nuovo Dpcm: in questo modo si potranno limitare trattamenti diversi per attività differenti (chiudi il teatro o le piste da sci ma permetti che le vie dei centri storici siano affollate per gli acquisiti di Natale).

Zaia è tornato sul tema dei ristori, ribadendo la necessità della certezza rispetto a questo argomento, partendo comunque dal presupposto che per il Veneto la salute rimane la vera priorità.

Rispetto all’apertura delle piste da sci, il presidente Zaia ha detto che un’ipotesi per recuperare un minimo di attività potrebbe essere quella di aprire l’impianto a chi soggiorna nelle località turistiche, ma la posizione del governo è ferrea e sembrano non esserci spiragli per l’apertura (Il premier Conte, inoltre, starebbe lavorando per affrontare il problema di alcune nazioni vicine all’Italia dove gli impianti sciistici restano aperti).

Il governatore Zaia ha aggiunto che l’approccio della gente rispetto al virus è cambiato molto da marzo ad oggi, spiegando che in questo momento per alcuni il problema sembra essere solo di chi è in ospedale.

Per questo, il presidente del Veneto ha spiegato che sarebbero fondamentali delle campagne di informazione serie per “ristabilire i collegamenti” con i cittadini.

“Pensare di gestire l’emergenza epidemiologica a suon di Dpcm e ordinanze non funziona – ha dichiarato Zaia – Serve un nuovo patto sociale sul Covid”.

La pressione sugli ospedali riduce la capacità di erogare servizi ospedalieri e la situazione resta delicatissima nonostante il Veneto si sia organizzato per tempo con le terapie intensive, aumentandone il numero.

“C’è però un limite oltre al quale non si riesce ad andare – conclude Zaia – Solo con la collaborazione dei cittadini si potrà affrontare questa emergenza. Non possiamo ragionare solo con costrizioni e imposizioni. Rischiamo di morire non per il Covid ma per altre malattie che potremmo non riuscire più a prevenire e curare”.

Questi i dati di oggi, martedì 1° dicembre 2020, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 2.805.274 tamponi molecolari (13.835 tamponi molecolari in più di ieri), 994.282 test rapidi, 47.332 tamponi fatti ieri tra tamponi molecolari e test rapidi, 148.127 positivi dall’inizio dell’emergenza (2.535 positivi in più nelle ultime 24 ore), 2.706 ricoverati in area non critica (98 in più nelle ultime 24 ore), 330 terapie intensive (nove in meno di ieri), 3.818 morti in totale (107 persone in più nelle ultime 24 ore) e 7.276 dimessi (113 in più di ieri).

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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