Perché i cervi volanti e le querce spariscono rapidamente dai nostri ambienti?

Basta una passeggiata di 10 metri per illustrare la confusione che ci contraddistingue. Ambiente, paesaggio, tradizioni, esperienza, scienza, tecnica e tecnologia sono saperi umani equivocati e quasi sempre chiamati in causa inappropriatamente.

Ma bastano 10 metri per conoscere e capire, e quindi partiamo con un bell’esempio. Ai due lati della stessa strada due paesaggi diversi; da una parte un vigneto, dall’altra un giardino ora ben visibile, ma fino a poco tempo fa, lo si intravedeva attraverso un paio di filari di querce. Fino a poco tempo fa, appunto.

Perché quelle querce erano il frutto di sapienze antiche, alberi di dimensioni variabili, frutto di sostituzioni ragionate, da ammirare durante tutto l’anno, ma particolarmente nel caldo afoso, quando sopra il tronco si potevano osservare loro, i cervi volanti.

Parliamo del coleottero europeo più grande. Il volo è lento e rumoroso, uno spettacolo da osservare, una vera e propria sfida aeronautica. Il corpo è anticipato da mandibole molto grandi nei maschi e più piccole nelle femmine, mandibole che ricordano i palchi dei cervi, da qui il loro nome, e come nei cervi, tali strutture servono ai maschi per competere tra loro durante la stagione degli accoppiamenti.

Non è passato molto tempo da quando quella passeggiata è stata il frutto di una lezione di un amico botanico che illustrava a un gruppo di studenti la correttezza della gestione forestale di quelle querce.

Ora quelle querce non ci sono più, e con loro, se n’è andato anche il più grande coleottero europeo. Quello che rimane invece, dall’altra parte della strada, sono un paio di filari di un vigneto caratterizzati da sintomi evidenti e cronici di flavescenza dorata, una malattia della vite provocata da un fitoplasma, un batterio privo di parete cellulare che passa da una vite all’altra usando come ospite un insetto vettore, una cicalina.

La prevenzione della flavescenza dorata avviene attraverso il controllo del fitoplasma che avviene attraverso il controllo dell’insetto vettore.

Il 10 luglio 2000 venne pubblicato nella  Gazzetta Ufficiale n. 159 il Decreto Ministeriale n. 32442 “Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza Dorata della vite”.

È un lavoro complicato, ma ora sappiamo come fare per prevenire l’attività di questo parassita della vite. Scienza, tecnologia, tecnica e cooperazione sono la strategia vincente, l’alternativa è tagliare la pianta, e se lo si fa tranquillamente con un filare di querce…

(Fonte: Paola Peresin).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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