Persone sorde: identità, terminologia corretta e problemi di accessibilità

Prosegue il viaggio di Qdpnews.it nella quotidianità, spesso non semplice, vissuta dalle persone sorde, nel tentativo di promuovere l’inclusività e sfatare alcuni luoghi comuni su questa realtà.

Dopo una prima tappa dedicata alla Lingua dei Segni e ai “segreti” per una comunicazione più corretta e inclusiva, stavolta ci soffermiamo su cosa significhi essere una persona sorda, quale sia la terminologia più corretta da utilizzare e quali siano le principali esigenze in termini di accessibilità.

Lo abbiamo fatto intervistando Paul Gheorghe Stetcu, presidente del Cgsi (Comitato giovani sordi italiani) del Veneto. A tradurre l’interprete Lis, Chiara Sipione.

Paul, che cosa significa essere una persona sorda?

“La maggior parte della gente, quando vede una persona sorda, pensa che si tratti solo di una questione di udito, ma in realtà una persona sorda è anche un individuo che ha un’identità molto forte, perché ha una sua cultura, una sua lingua (che è la lingua dei segni) e quindi è molto di più di quello che la maggior parte delle persone pensa”

Qual è la terminologia corretta da utilizzare in questi casi?

“La terminologia corretta è appunto ‘persona sorda’. Purtroppo la parola ‘sordomuto’ è ancora utilizzata, pur essendo ormai vietata per legge. Anche perché, quando si sente la parola muto, le persone pensano automaticamente che noi persone sorde non possiamo parlare. In realtà noi possiamo parlare, perché facciamo logopedia per tanti anni, attraverso un percorso che seguiamo per imparare a parlare. Quindi, in definitiva, non siamo muti, siamo solo sordi. Poi c’è un’altra parola che viene spesso utilizzata, che è ‘non udente’, e questa per noi è una parola molto pesante. Immaginate infatti, se siete un uomo, di dovervi presentare e dire ‘io sono una non donna’; oppure siete francesi e dite ‘io sono non italiano’; o ancora siete una persona cieca e dite ‘non vedente’. Quel ‘non’ è una negazione, è come dire presentarsi con qualcosa che non si ha e quindi anche il termine non udente non è per nulla corretto”.

Di cosa ha bisogno una persona sorda in termini di accessibilità?

“L’accessibilità per le persone sorde comincia anzitutto da un’esigenza, ovvero che la maggior parte delle persone udenti nel territorio conosca un pochino della lingua dei segni. E’ la nostra speranza e spero che in un futuro, come per l’inglese, qualcuno impari qualche segno della Lis. Nella vita quotidiana a noi mancano tante cose, soprattutto è importante avere un interprete di lingua dei segni, una figura che dovrebbe essere presente in tutti gli uffici pubblici, negli ospedali, nelle scuole, in tutti gli edifici della vita quotidiana. Anche perché, banalmente, senza interprete di lingua dei segni è difficile per noi persone sorde poter rispondere, comunicare, capire. Il labiale, infatti, non sempre è facile da comprendere per noi, tante volte non si riesce e magari utilizziamo la scrittura come metodo di comunicazione. Peccato che le persone udenti, quando devono affrontare queste cose, di solito scappano!”.

(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Simone Masetto e Matteo De Noni)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata

Total
0
Shares
Related Posts